Sicurezza, Giustizia e Legalità: perchè questo nome?

Perché quell’immagine di copertina per presentare la mia rubrica? Debbo dire che non è facile associare una foto, un’immagine ad una rubrica, come pure trovare un titolo idoneo. Quando il Direttore Editoriale, Pietro Russo, mi chiese se ero disponibile per curare una rubrica relativa alle mie competenze professionali e culturali, risposi di buon grado di si, anche perché, in ogni caso, se le mie parole, i miei consigli ed il mio umile e modesto sapere, possono risultare utili alla collettività, rendere un qualche servizio, ben venga; sono sempre stato e sono a disposizione di chiunque me lo chieda. Prima della pubblicazione del mio primo intervento su questo quotidiano, il Direttore, mi ha contattato telefonicamente, questa volta l’oggetto della conversazione riguardava il titolo avrei voluto dare alla mia rubrica e d’inviare una foto di copertina. Ecco, qui ho trovato non poche difficoltà, un po’ come quando il Prof. relatore della mia tesi di laurea, prima della sua stesura, mi disse: “prima di ogni cosa, pensi ad un titolo e a dei capitoli”….sinceramente, non fu facile, perché di solito, se si tratta un argomento, il titolo ti viene dato e lavori su ciò che ti viene chiesto con questo, un po’ come un tema a scuola, in questo caso, è come iniziare al contrario. Ho preso qualche ora di tempo, ma poi, ho pensato subito al nome del Gruppo F.B. che ho creato da qualche tempo, che tenta di occuparsi, di tutti i problemi concernenti la Sicurezza, la giustizia e la legalità, soprattutto riguardo il territorio cittadino, ovviamente, cercando di evitare qualsiasi polemica e strumentalizzazione politica, ma con il solo intento di risolvere insieme le problematiche trattate, quindi molto semplicemente il nome della Rubrica, non poteva non essere che: “Sicurezza, Giustizia e Legalità”. La foto…già…la foto… quale mettere?..ancora più difficile. Ho cercato tra il mio archivio, poi in rete foto della nostra città, dei luoghi più famosi, il porto, il Forte Michelangelo, alcune piazze e palazzi del centro storico, navigando, navigando, una foto mi ha colpito particolarmente: Piazzale degli Eroi, con al centro il bronzeo monumento in onore ai nostri caduti; tutti quelli che hanno lottato e sono caduti per liberare la nostra cara Italia dall’invasore, tutti quelli che hanno creduto nei valori della nostra Patria per un futuro migliore, donando per questo, senza alcun indugio, la loro vita. Come un fulmine, mi è tornato alla mente mio nonno materno, decorato al Valore Cavaliere di Vittorio Veneto, quando lui non era più tra noi e nel mio immaginario, tutti quei soldati di 18 anni o poco più, giovani ufficiali e militari di truppa, mal vestiti, impantanati nel fango della trincea per mesi e mesi, sotto il tiro dei cecchini e la pioggia, con il freddo pungente, che da ogni parte d’Italia, di ogni astrazione sociale, contadini, impiegati, operai e studenti, si sono ritrovati tutti insieme, parlando dialetti diversi, con lo scopo unico di sconfiggere il nemico, in una guerra, dura, estenuante, sfibrante e prima di allora mai vista, mentre le donne, avevano preso il loro posto nelle fabbriche per costruire armamenti e divise. E, poi… le due bandiere tese dal vento, il blu del mare e del cielo ed i colori del verde dei campi, dei boschi e della speranza, il rosso del sangue versato, ma anche dei papaveri nei campi di grano a giugno ed il bianco delle nuvole e della purezza: le bandiere dell’ Europa Unita e quella dell’Italia. Come non scegliere un’immagine di base del genere?”