Scivolo interdetto alla Frasca: sit-in a Molo Vespucci

Appuntamento per domani mattina: i pescasportivi non ci stanno dopo l’installazione dei due new jersey con transenne.

 

CIVITAVECCHIA – Appuntamento domani mattina, sotto l’Autorità di Sistema portuale, per tornare a protestare contro la decisione di interdire lo scalo di alaggio alla Frasca, unisco scivolo pubblico del litorale per poter far scendere le barche a mare. I pescasportivi non ci stanno e vogliono manifestare tutto il proprio disappunto innanzitutto ai vertici di Molo Vespucci, per l’ordinanza di qualche settimana fa, successiva ad una sollecitazione al riguardo arrivata dalla locale Capitaneria di Porto. Lo scalo, in sostanza, sarebbe abusivo, realizzato oltre sessant’anni fa senza una regolare autorizzazione e in contrasto con le norme di carattere archeologico e paesaggistico. Il problema è che si tratta dell’unico scivolo pubblico del litorale. Il sit-in di domani arriva a seguito dell’installazione, avvenuta tra domenica e lunedì, di due new-jersey stradali sormontati da transenne in modo da rendere definitivamente interdetto l’accesso all’area, dopo i cartelli posti nei giorni scorsi nell’area per vietare l’utilizzo dello scalo d’alaggio. «Chi oggi, con la bella stagione e dopo il lockdown, vuole godersi qualche ora a mare come fa?» si chiedono i cittadini che da qualche giorno stanno protestando alla Frasca e che già da mesi avevano alzato la voce contro la paventata demolizione dello scivolo. «Chi non ha possibilità di recarsi in qualche porticciolo privato, come fa? – hanno aggiunto – non chiediamo molto e siamo disposti a regolarizzare questa situazione, proprio per poter consentire a tutti di vivere il mare liberamente». I pescasportivi si rivolgono anche al Comune affinché li affianchi in questo percorso aiutandoli a trovare una soluzione. «D’altronde – hanno sottolineato – siamo cittadini di Civitavecchia e chiediamo di essere aiutati». L’obiettivo è avere la possibilità di tornare ad utilizzare uno scivolo che sia pubblico. Da parte loro la possibilità anche di farsi carico di un progetto per realizzarne uno nuovo o comunque per mettere “in regola” l’attuale scalo. «Difficile pensare – hanno concluso – che da Ostia a Montalto questa è l’unica situazione abusiva riscontrata»

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