Santa Severa, Importanti documenti sulla vicenda del Convento presto a disposizione dei cittadini. L’amministrazione comunale resta in silenzio

Prosegue l’attività del Comitato, dopo la manifestazione di domenica scorsa con un nuovo appuntamento domattina a Santa Severa.
Il lavoro di raccolta delle informazioni ha dato notevoli frutti e, finalmente, il direttivo è venuto in possesso di documenti che attestano come, in realtà – rispetto a quelle che sono le voci che circolano – la compravendita è tutt’altro che già andata a buon fine e che sono notevoli le criticità che emergono dalle carte.

Tra le tante, si possono evidenziare alcune incongruenze tra l’attuale proprietà e quella indicata dal P.R.G., dove in esso non vengono indicati i fossi che sotto di essa confluiscono o da un tratto di lungomare non riscontrabile. Non solo, per ciò che attiene alla proprietà stessa, per una una parte di essa è stata usato lo strumento dell’usucapione e addirittura sul P.T.P.R. del Lazio si evince che proprio in prossimità del Convento potrebbe esservi una zona archeologica puntiforme. Addirittura dalle mappe urbanistiche, sin dai tempi dell’edificazione del Convento, si evidenzia altresì la presenza di un canale scolmatore pubblico che, partendo dall’area delle grandi arterie ferroviarie e autostradali, è stato interrato in prossimità della vicina via Aurelia e che, sempre nel sottosuolo, entra da via Giunone Lucina nei terreni conventuali e va a defluire in modo assolutamente incontrollato direttamente sulla spiaggia prospiciente.
Per ciò che attiene a coloro che stanno compiendo tale operazione, il comitato è venuto a conoscenza che sono tutti esponenti della locale imprenditoria del mattone. Con una società costituita a febbraio del 2021 versando 10 mila euro di capitale, si ha giustamente la presunzione di gestire una operazione da decine di milioni di euro sulla base di un preliminare che – di fatto, renderebbe il bene effettivamente oggetto della compravendita, solo se tutte le autorizzazioni andassero a buon fine. Un iter che evidentemente deve velocizzarsi parecchio, per il fatto che proprio una integrazione al P.T.P.R. votata al consiglio regionale il 21 aprile scorso – ancora stranamente non pubblicata, inibirebbe eventuali costruzioni in una zona C2 con quelle caratteristiche.
In tutto ciò, è possibile che l’amministrazione comunale dopo le numerose sollecitazioni non abbia nulla da dire a riguardo? Possibile che il Sindaco e il suo assessore all’urbanistica, continuino a trincerarsi dietro un assordante silenzio? A ben guardare pare di sì, anche perché i recenti accordi con ACEA, lasciano pensare ad una chiara conoscenza del problema che potrebbe determinarsi, nel caso in cui dovesse passare l’edificazione di dieci villini quadri familiari in quella zona.
Il lavoro di raccolta dei documenti e delle relazioni esistenti, tra gli effettivi protagonisti della vicenda, sta proseguendo brillantemente. Occorrerà ancora poco tempo e il Comitato sarà in grado di fornire alla popolazione, un quadro esaustivo con una assemblea dedicata, nella quale verranno esposti i documenti raccolti.
Il direttivo del Comitato