Santa Marinella aveva un faro. A cura di Glauco Stracci-SSC

Il Semaforo di Fosso Cupo.

Nulla permane nella memoria cittadina della storia del faro di Santa Marinella e non a caso la sola ricerca pubblicata resta quella nel 2007, dello storico contemporaneo Paolo Di Giacomantonio. Il faro era affidato alla Regia Marina Militare, inserito in una rete di stazioni, definite tecnicamente “semafori marittimi”, che erano poste in posizione elevata, lungo la costa, per assicurare l’avvistamento e la comunicazione tra la nave e la terra. Il Semaforo di Fosso Cupo fu richiesto per opera di pubblica utilità, con Regio Decreto del 24 maggio del 1906, ed entrò in funzione nel maggio del 1908, in sostituzione della stazione di Civitavecchia. Il fabbricato consisteva in un’imponente torre semaforica, a pianta circolare su tre piani, per un’altezza di circa 10 metri, questa era inserita in un secondo edificio di due piani a pianta rettangolare. Nel semaforo il piano terra era suddiviso in dormitorio, cucina, bagno, magazzino; il primo piano era riservato al capo posto, mentre nel secondo vi era il telegrafo; la terrazza era invece adibita alle segnalazioni visive, effettuate con apposite attrezzature, ma non vi era una luce artificiale da impiegare nelle ore notturne. L’edificio era l’abitazione riservata al sotto capo semaforista. In regime di pace vi abitavano sette militari che divennero nove con la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1936 la stazione di Fosso Cupo era nella rete del Servizio Meteorologico dell’Aeronautica, come ausiliaria di 2° classe e dal 1938 funzionava da osservatorio meteorologico, i bollettini meteo erano quotidianamente inviati ad un fantomatico Uffico Presagi, situato presso il Collegio Romano di Roma. Il terreno, su cui il semaforo fu costruito, apparteneva alla famiglia Alibrandi ed era collegato tramite una strada con la Via Aurelia, in corrispondenza dell’odierno casello autostradale Civitavecchia-Sud. Il semaforo, divenuto anche punto di avvistamento con la guerra, disponeva di un campo visivo di raggio pari a  22 Km, spaziando da Santa Marinella fino ad Orbetello. La struttura dipendeva dal Dipartimento Marina Militare di Napoli, mentre localmente dal VI° Gruppo Semaforico di Civitavecchia. Dopo l’8 settembre del 1943, i soldati tedeschi prendevano possesso del Semaforo di Fosso Cupo, facendolo saltare in aria, insieme a Torre Chiaruccia, nella primavera del 1944, durante l’avanzata degli Alleati, che liberarono Santa Marinella e Civitavecchia l’8 giugno del 1944. Oggi, come rovine che testimoniano un passato turbolento, resta soltanto la base perimetrale del semaforo, coperta da un folto groviglio di cespugli e il tratto di strada rettilinea, dopo il cavalcavia autostradale, il terreno invece è rimasto sotto il controllo del Demanio Militare.

STRACCI-SSC