Rsa, anche i lavoratori lanciano un grido d’allarme

Sit in davanti Madonna del Rosario e Bellosguardo per evidenziale le criticità e chiedere il rinnovo del contratto. Ventola: «Il covid ha fatto emergere problemi che da anni stiamo denunciando»

«Il covid ha fatto solo emergere quello che è un problema che da anni stiamo denunciando». Ne è convinto Alberto Ventola, responsabile Cisl Fp Roma e Rieti. Proprio ieri, infatti, si è tenuto un doppio sit in dei lavoratori della sanità privata e delle Rsa proprio davanti le due strutture che sono state sotto i riflettori nazionali in questo periodo di emergenza covid. Parliamo delle Rsa Madonna del Rosario e Bellosguardo dove l’alto numero di contagiati e di decessi ha fatto sorgere più di un dubbio. La richiesta è semplice, il rinnovo del contratto «che è scaduto da 13 anni – ha spiegato Ventola – e non c’è mai stata la volontà di sottoscrivere un rinnovo anzi, ad aggravare questa situazione in questi anni sono stati sottoscritti contratti privati con delle associazioni sindacali che non sono rappresentative a livello nazionale che hanno sottoscritto questi contratti al ribasso apportando dei peggioramenti sia dal punto di vista economico che da quello dei diritti dei lavoratori. Ad esempio gli stipendi sono stati ridotti del 30% , le malattie non sono riconosciute, sono aumentate le ore lavorative. Riduzione dell’organico che non è stato mai reintegrato. Il risultato è sotto gli occhi di tutti oggi con il covid, questa situazione ha fatto solo emergere la vera problematica della sanità privata, in questo caso, e ricordo che parliamo di sanità privata finanziata da soldi pubblici, che noi contribuenti piaghiamo, che i pazienti ricoverati qui pagano ma che non vengono poi concretizzati dal punto di vista dei diritti del lavoratore ma anche per gli ammalati stessi come tutela – ha concluso Ventola – che non viene concretizzata per garantire quella che è l’assistenza sanitaria». Anche il sindaco Ernesto Tedesco ha visitato i lavoratori esprimendo la propria solidarietà. Al sit in presso la Rsa Madonna del Rosario erano presenti anche i parenti dei degenti che hanno formato un Comitato. Una situazione difficile. Non è stato certo una caso la scelta di manifestare davanti le due Rsa cittadine dove «abbiamo più volte denunciato e sollecitato – ha detto Emanuela Nucerino Cgil Fp Civitavecchia, Roma nord e Viterbo – queste strutture per carenze che noi oggettivamente abbiamo rilevato a livello dell’organizzazione del lavoro». Secondo Nucerino, infatti, già dalla prima fase è stata rilevata una carenza di organico precedente al covid, situazione che si è andata ad aggravare quando molti operatori sono stati contagiati. «Quindi – ha aggiunto Nucerino – soprattutto in questa struttura (Bellosguardo, ndr) in una prima fase non ci sono stati gli infermieri e i lavoratori sono stati obbligati a fare dei doppi turni, a non smontare la notte e a farsi direttamente la giornata il turno lavorativo successivo per cui è oggettivo che ci siano state delle difficoltà e delle situazioni veramente carenti dal punto di vista dei diritti dei lavoratori». Per Nucerino è importante che la cittadinanza conosca «quali sono le reali condizioni dei lavoratori che operano nella sanità privata accreditata». Due strutture con un alto numero di contagiati. «Parliamo – ha concluso Nucerino – di contagi dei degenti superiori ai 40 e anche purtroppo di decessi. Nella prima fase l’abbiamo chiamata la strage degli innocenti, perso un numero cospicuo di persone ricoverate in queste strutture. Solidarietà massima ai familiari che hanno perso i loro cari e questa cosa ci ha spinto maggiormente a far rilevare la nostra presenza».

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