“Sono passati vent’ anni (12 novembre 1996) da quando il Comune di S. Marinella ha approvato la convenzione con la Società Porto Odescalchi (ora Porto Romano) della durata di cento anni. La società s’ impegnava a ingrandire il porto e a rinnovarlo a sue spese in cambio di un canone annuale davvero esiguo.

Da allora i lavori di ampliamento non sono mai iniziati, le amministrazioni comunali che si sono succedute nel tempo non si sono mai preoccupate di controllare il rispetto dei vincoli imposti (uno per tutti il divieto di mantenere occupate aree a terra per mantenere le barche “a secco”) e tutti gli accordi sottoposti alla società per l’avvio dei lavori sono puntualmente stati disattesi, per mezzo di ricorsi legali che hanno visto il Comune sempre perdere i contenziosi in ogni sede.

Ci viene il forte dubbio che faccia molto comodo non iniziare i lavori, continuare a godersi il porticciolo oramai privatizzato pagando pochi spiccioli all’anno in cambio di ricavati ben più sostanziosi (le tariffe applicate sono più alte, tanto per fare un esempio, del vicino porto turistico Riva di Traiano) privando di fatto i cittadini tutti della libera fruizione del “bene comune” senza dare in cambio praticamente nulla.

Conviene ancora insistere che il progetto di ampliamento previsto vent’anni fa venga rispettato? E’ ancora utile un ampliamento che prevede colate di cemento per un bel pezzo di costa a sud del porticciolo? Ed è ragionevole che tale impegno sia portato a termine dall’attuale società Porto Romano, viste le modalità di gestione di questi ultimi venti anni?

E’ da biasimare lo sfruttamento da parte di pochi privilegiati di una risorsa così preziosa che potrebbe e dovrebbe restituire vantaggi a tutti nel territorio, offrendo servizi di qualità nel rispetto delle norme e delle regole. La nostra proposta è di  stralciare la concessione, restituire il porto alle competenze di Comune e Regione e riappropriarsi insomma del bene collettivo, avviando infine un percorso decisionale condiviso che porti alla migliore soluzione possibile”.

Comunicato di Santa Marinella: “il Paese che Vorrei”.

 

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