“Quale significato si deve dare oggi alla celebrazione della Liberazione ? Quello di una rievocazione rituale e stanca  di quei tragici avvenimenti che 73 anni addietro concludevano la nostra infausta partecipazione al secondo conflitto mondiale o di qualcosa invece di più essenziale e di più pregnante ? Noi propendiamo senz’altro per la seconda tesi.
E’ nostra convinzione che si tratti di una data che col passare del tempo assume un significato sempre più valido e attuale: la nascita della democrazia repubblicana all’insegna della resistenza partigiana. Un fatto che segna un discrimine netto e un riscatto dell’Italia non solo dalla dittatura del ventennio fascista ma anche dall’autoritarismo ereditato dai sessant’anni di stato liberale.  Una data destinata nel tempo a rendere possibile – con la stesura e la graduale attuazione della Carta – il conseguimento di un obiettivo sempre negato dai precedenti regimi: la libertà e l’uguaglianza dei cittadini sotto gli aspetti più vari resa possibile da una fondamentale scelta di campo in sede internazionale. Ivi incluso l’avvio del processo di unificazione del continente europeo foriero di un lungo periodo di pace e di riconciliazione che a questo punto dovrebbe essere instaurato anche al nostro interno. Non possiamo non ricordare che da questa data è nata una stagione nuova in cui l’Italia ha affrontato pur con evidenti limiti e contraddizioni i suoi problemi secolari di arretratezza e ha cercato di mettere a frutto le su e enormi potenzialità. Facendosi paladina del progresso del mondo in un rinnovato spirito di concordia e di pace”.

IL COORDINAMENTO DEL POLO CIVICO

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