(continua dall’edizione precedente

RM e TC del piede: La risonanza magnetica (RM) sta diventando sempre più una modalità di scelta per porre diagnosi di osteoartropatia di Charcot, specialmente nella fase acuta più iniziale. L’RM ha la capacità di fornire accurati dettagli anatomici e particolari peculiari di patologie a carico dei tessuti molli, dei  legamenti, del midollo osseo, oltre ad essere utile per guidare un approccio di tipo chirurgico. L’RM riesce ad evidenziare fratture ed altri segni di danno osseo non evidenziabili all’RX, mostrando non soltanto il danno alle articolazioni ed all’osso ma anche eventuali alterazioni a livello dei tessuti molli. La risonanza magnetica è infatti capace di rilevare, da un lato la natura del danno osseo evidenziando anche segni di infiammazione a livello dell’osso stesso, dall’altro alterazioni a livello dei tessuti molli adiacenti. La maggiore difficoltà diagnostica è rappresentata dalla distinzione dell’osteomielite dall’osteoartropatia di Charcot acuta poiché entrambe mostrano alla risonanza magnetica intensità di segnale midollare simile.

Inoltre l’osteoatropatia di Charcot può mostrare due tipologie di immagini che dipendono dalla cronicità o meno del processo osteo-articolare. Infatti la risonanza magnetica riesce meglio a distinguere tra una condizione di osteomielite e uno Charcot in fase cronica. I segni caratteristici dell’osteopatia cronica sono frammentazione della corticale, deformità o sublussazione articolare accompagnati da alterato segnale midollare.

Sebbene la TC del piede non sia comunemente indicata in letteratura come modalità diagnostica di scelta per lo studio dell’osteoartropatia di Charcot, tale metodica potrebbe essere di aiuto in alcune particolari situazioni. La TC può evidenziare segni di fratture intra-articolari non visualizzabili all’RX del piede nella fase iniziale del processo. Inoltre la TC è utile nei casi di trattamento chirurgico avendo un’ottima risoluzione anatomica.

Scintigrafia

Le metodiche scintigrafiche sono usualmente utilizzate per porre diagnosi di osteomielite del piede. La loro applicazione nella diagnostica dell’osteoartropatia di Charcot potrebbe trovare utilità in situazioni in cui si renda necessario differenziare tale patologia osteoarticolare da un processo infettivo dell’osso. La scintigrafia ossea in tre o quattro fasi riflette un aumentato turnover dell’osso, mostra segni di iperperfusione ed iperemia focale indicativi di un processo osteomielitico ma allo stesso tempo non è accurata nel distinguere altre condizioni patologiche sempre associate ad una maggiore attività ossea come fratture, osteoartropatia di Charcot e guarigione di processi infettivi.

(continua nella prossima edizione)

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