“L’iniziativa di scrivere al premier Gentiloni ed al ministro Galletti per sollecitare soluzioni atte a ridurre le emissioni inquinanti nei porti, avrebbe sicuramente avuto maggior successo se il Sindaco avesse fatto rete ossia se avesse coinvolto altre amministrazioni comunali con questo stesso problema. Considerata la complessità della questione (che investe anche i paesi U.E. affacciati sul Mediterraneo), la lettera di Cozzolino appare più come una iniziativa tesa a mascherare un fallimento.
Purtroppo, l’inquinamento nel nostro scalo portuale è arrivato a un tale livello che servirebbero misure urgenti specie nel periodo estivo quando l’alta pressione non consente il circolo dell’aria; l’accordo volontario (Civitavecchia Blue Agreement) per l’uso di combustibili puliti già a qualche miglia dalla costa e quindi anche nelle fasi di attracco e di partenza, si sta  rivelando un insuccesso, poiché non si trovano le coperture di quei costi aggiuntivi che gli armatori dovrebbero sostenere per l’impiego del combustibile a basso tenore di zolfo per tratte non obbligatorie.
Guardando l’esperienza positiva di Venezia ( Blue Flag II che vede operativo un accordo simile da oltre 3 anni), desumiamo che da noi sia stato commesso un grave errore strategico: in laguna, l’amministrazione comunale ha avviato le trattative forte del sostegno di ARPAVENETA, che è intervenuta al Tavolo tecnico ed ha stilato un documento in cui si dimostrava la necessità e l’improcrastinabilità delle misure richieste. Invece, qui a Civitavecchia, è stato siglato un accordo monetario con il Presidente Monti (cercando di non scomodarlo per la trattativa che si teneva con gli armatori) ed è stato mandato allo sbaraglio il consigliere Menditto, senza dargli nessun potere contrattuale per ottenere misure ambientali più stringenti, nonostante le medesime compagnie di navigazione avessero firmato per tali misure a Venezia. Poi, una volta caduto Monti, finalmente si è mosso anche il Sindaco.
C’è da chiedersi se, a questo punto, la compagine pentastellata (che, nonostante tutto, ha il merito di essere stata l’unica amministrazione comunale a preoccuparsi per l’impatto ambientale del porto) sarebbe disposta a rimodulare le proprie strategie ambientali per far decollare l’Accordo. Lo stesso Cozzolino, di fronte alle difficoltà che sono sorte, ha espresso il proprio rammarico dichiarando che “è inammissibile che problemi di carattere ambientale vengono subordinati a problemi di carattere economico”. Come non concordare con il Sindaco specie se i costi da sostenere, potrebbero essere coperti senza nemmeno pesare sulle tasche dei civitavecchiesi! Infatti, attribuendo nuovamente la gestione della Rete di rilevamento della qualità dell’aria al Consorzio, si realizzerebbero dell’economie di gestione che potrebbe garantire ampiamente la copertura dei costi dell’accordo.
Senza contare che si potrebbe inserire nell’Accordo l’impiego di un sistema moderno di controllo che garantirebbe maggiore efficacia di quello ufficiale, estendendo i controlli anche quando le navi sono ormeggiate ossia quando l’uso del combustibile più pulito è obbligatorio.
Con il Consorzio, il costo di gestione annuale della Rete si aggirava intorno ai. 350.000 €; con ArpaLazio, il costo è arrivato a 500.000 €, senza contare gli ulteriori costi straordinari che ArpaLazio ha ritenuto necessari  (225.000 € e 136.640 €); per di più, con Arpa le percentuali di dati validi delle postazioni, per alcuni inquinanti, si sono ridotte dal 95% al 75% e, inoltre, non sono state più misurate le emissioni di biossido di zolfo. Infine, le misure degli altri inquinanti non sono risultate diverse da quelle rilevate in questi anni dal Consorzio.
Conclusione: ai pentastellati interessa più chiudere un Accordo che porterebbe i civitavecchiesi a respirare aria più pulita o rimanere sulle proprie posizioni riguardo la rilevazione ed i controlli della qualità dell’aria senza che abbiano consegnato verità diverse da quelle che già conoscevamo?”.

Lo ha reso noto Vittorio Petrelli, Ripartiamo dai Cittadini.

 

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