Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del segretario del PD Jacopo Iovalè in risposta alle dichiarazioni rilasciate da Enrico Luciani.
“Fortunatamente il registro linguistico e l’enfasi del vicesindaco sui media e nelle riunioni a porte chiuse, sono molto diversi e ridimensionati. Prima su Ferrhotel, poi sulla vendita di Città Pulita, poi sulla Tia, domani su un qualche appalto, siamo ormai abituati ai modi “bruschi” che sfiorano l’inurbano” di Enrico, ma ha stancato quella che sta diventando una discrasia che, di certo, non facilita la normale vita politica della coalizione. Tutta la città guarda e si domanda se un domani la maggioranza terrà, se si riuscirà a portare avanti i punti del programma scritti con lettere “di fuoco e sangue”, ma all’insegna dell’unità. Non vogliamo più che quelli che, mi convinco essere, singoli atteggiamenti caratteriali (non solo del mio vicesindaco e non solo di SEL), volti a conquistare un elettorato sfuggente, pongano il futuro della città nel dubbio. La strada deve essere chiara, seppur stretta. Tutti i partiti della coalizione di governo devono comportarsi come tali e responsabilmente trovare una quadra all’interno di un dibattito democratico costruttivo, magari anche aspro come siamo ben abituati, ma a porte blindate, per uscire solo a decisione presa inequivocabilmente. In ballo non c’è una manciata di voti e non c’è la pacca sulla spalla dell’amico al bar: “Ao, hai visto quante gliene ho dette?…” o un like su Facebook. No. In ballo c’è molto, molto di più. Ci sono dei liquidatori alle porte, ci sono delle sentenze pendenti, ci sono dei servizi iniqui da far pagare ai cittadini, un default da scongiurare assolutamente che comporterebbe il disastro finanziario e sociale per Civitavecchia. Dobbiamo essere disposti a comportarci come un’unica forza, anche perché ormai si moltiplicano le voci di corridoi nazionali che vedono SEL convergere nel PD o almeno appoggiare una candidatura al prossimo congresso. Ben vengano, intanto, le riunioni interpartitiche sui singoli progetti, che abbiano una visione “laica” e fondata sui numeri certi e sui procedimenti legittimi, che tutti in maggioranza conoscono e di cui non possono non tener conto quando si ipotizzano altre fantastiche, ma appunto non reali, strade. Basta urlare dietro una telecamera o una tastiera di un pc. Basta gridare alla pancia dell’elettorato, perché la risposta potrebbe assomigliare, come abbiamo visto anche alle scorse elezioni, più che a un serio progetto economico, ad aerofagia”.