Pas, approvato il bilancio 2021: i conti tornano in equilibrio

Musolino: “Grazie al lavoro di tutti salvati 65 posti di lavoro e una azienda che lo scorso anno era vicina alla liquidazione. Ora è necessario che venga dimostrato il valore aggiunto della società in house”.

L’assemblea dei soci di PAS, società in house dell’Adsp per la sicurezza e la vigilanza dei porti del Network, ha approvato ieri il bilancio di esercizio 2021, che ha chiuso in pareggio (utile netto di 468 euro) dopo la perdita di circa 89.000 euro del 2020. I dati più significativi dal punto di vista economico finanziario sono relativi al costo della società per il socio unico Adsp, ridotto a circa 2,7 milioni di euro, e al reddito operativo, al netto di oneri non ricorrenti, che da -32.000 euro è passato ad un margine positivo di circa 230.000 euro, a dimostrazione che l’azione di risanamento di Pas, attraverso il lavoro dell’amministratore unico Renato Calabrese e degli uffici dell’Adsp, con l’indirizzo del vertice strategico dell’ente, ha raggiunto i suoi obiettivi.

“Dopo aver azzerato un disavanzo complessivo dell’Adsp di 14 milioni di euro, mi auguro – dichiara il presidente dell’Autorità di Sistema Portuale Pino Musolino – che si comprenda che per quanto concerne Pas stiamo parlando di una società che ad agosto 2021 era a un passo dal dover essere messa in liquidazione e che oggi il socio unico, con l’amministratore e l’intera struttura dell’ente, hanno salvato il lavoro a 65 persone, ponendo le basi perché l’azienda affronti la fase della auspicata ripartenza delle crociere e in generale delle attività portuali con la capacità e le condizioni operative per far fronte alle necessità dei servizi da svolgere”.

“Giova sottolineare come sia singolare – prosegue Musolino – che la situazione del personale di un istituto di vigilanza, che per eseguire il proprio compito presuppone determinate condizioni di efficienza e anche dinamicità organizzativa, richieda interventi esterni o stagionali per poter garantire i servizi. C’è da attendersi ora che a fronte del risanamento economico, finanziario e amministrativo posto in essere, si dimostri la sussistenza della condizione essenziale dell’effettivo valore aggiunto rappresentato dalla società in house per l’ente, secondo quanto previsto dalle norme vigenti in materia di società partecipate, a partire dalla tutela dell’interesse pubblico e dalla economicità della gestione rispetto alle normali condizioni di mercato”.