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Per il ristorante di Viterbo ancora il massimo riconoscimento di Slow Food.
Per il settimo anno di fila, il ristorante Tredici Gradi di Viterbo ha ricevuto la Chiocciola dalla guida di Slow Food “Osterie d’Italia”: si tratta del massimo riconoscimento che la nota associazione attribuisce ad un locale. Il Tredici Gradi, peraltro, è l’unico locale del Lazio a nord di Roma (e quindi della provincia di Viterbo) che si può fregiare del titolo.

La premiazione è avvenuta lunedì 25 settembre al Parco Ferrarelle di Riardo (Caserta), nel corso della presentazione della guida. La Chiocciola è assegnata a tutte quelle attività che incarnano al meglio il modello di osteria in modo speciale per l’ambiente, la cucina, l’accoglienza: i locali segnalati in guida sono 1616, quelli a cui è assegnata la Chiocciola 275, di cui 16 nel Lazio. I locali presenti nel volume, come dicono i curatori Marco Bolasco ed Eugenio Signoroni, “sono luoghi che incarnano al meglio l’autenticità della cucina italiana, una cucina semplice, priva di barocchismi ed eccessi di lavorazione che hanno il solo fine di stupire. Una cucina che non cerca di uniformarsi in un unico stile con cotture millimetriche, sottolinea le differenze e non si piega alle mode”.

Il ristorante viterbese è stato aperto 11 anni fa dai fratelli Proietti Palombi: in cucina il cuoco Antonio Ricci e la sorella Francesca cercano di applicare il massimo rigore nell’utilizzare i prodotti del territorio, insieme ai presidi Slow Food provenienti da tutto il mondo. “Esempi sono il pesce povero di lago – dice Ricci – il pesce azzurro o le carni che provengono esclusivamente dal Viterbese, preparate con la tradizionale lunga cottura (e infatti non serviamo tagliate). O ancora ai legumi: sono esclusivamente del nord della Tuscia. Viene rispettate la stagionalità e il menù cambia ogni 15/20 giorni”.

Tra i piatti di punta del Tredici Gradi il coniglio leprino alla viterbese, l’acquacotta, la zuppa di ceci e castagne, il pesce di lago in tutte le vesti. Per Luca Proietti Palombi “questo è un riconoscimento sì al Tredici Gradi, ma lo vedo anche come un premio a tutta la ristorazione della Tuscia, che cresce di anno in anno”.

 

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