In questo periodo di reclusione collettiva c’è chi ha continuato a lavorare e, in qualche caso, qualcuno ha potuto farlo in condizioni più facili grazie ad un traffico veicolare praticamente inesistente.

Mi riferisco, in particolare alle ditte che si sono aggiudicate i lavori per il cablaggio della fibra ottica per la larga parte del territorio cittadino ancora vincolata ai cavi di rame.

Tuttavia anche chi è rimasto a casa, pur non avendo sotto gli occhi l’opera delle ditte in questione, ha potuto avvertirne le conseguenze a causa dei danni procurati alla rete idrica durante le operazioni di scavo proprio per la posa in opera della fibra ottica. A voler essere benevoli possiamo definire questi incidenti come parentesi sfortunate ma i disagi che ne sono conseguiti non hanno certo reso più sereni i civitavecchiesi già provati da altre costrizioni.

Quello che però risulta intollerabile è lo stato in cui sono state lasciate le strade sulle quali chi ha operato ha già rimosso il cantiere. Il manto stradale non è stato ripristinato e gli scavi sono stati ricoperti con uno stato di calcestruzzo e terra battuta cosicché quando piove, questi diventano ruscelli che poi, quando si asciugano col sole, rilasciano un polverone che si deposita ovunque.

La domanda è: chi deve controllare che i ripristini siano fatti a regola d’arte nei tempi e nei modi che restituiscano delle strade fruibili e pulite? Chi deve seguire gli scavi in modo da indicare preventivamente la topografia della rete idrica per prevenire incidenti e rotture? Chi deve vigilare sulla sicurezza, la consistenza e l’affidabilità operativa delle ditte che operano sul suolo di proprietà comunale? Ovviamente sono domande retoriche perché molti conoscono la risposta, quello che invece tutti si aspettano è l’imposizione del ripristino di un manto stradale a regola d’arte.

Marco Piendibene Capogruppo PD

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