All’interno delle linee guida di gestione di CSP proposte dall’Amministrazione Comunale in qualità di socio unico, per l’attuazione di un piano industriale volto al salvataggio ed al risanamento dell’azienda, gli aspetti che maggiormente abbiamo criticato in fase di approvazione della delibera di Consiglio erano proprio quelli legati alla privatizzazione di alcuni servizi, primo tra tutti quello del verde.

Infatti, per ridurre i costi e migliorare un servizio ritenuto carente ed inefficace, l’Amministrazione Comunale, ha prima proposto e poi attuato la reinternalizzazione della gestione del verde in capo al Comune stesso, sottraendola a CSP, con il conseguente affidamento ad un’azienda privata.

La gestione del verde, nella sua interezza, riguarda la cura delle aree a verde cittadine mediante operazioni di sfalcio, taglio delle siepi e la rimozione dei rifiuti generati dalle operazioni di taglio e dei materiali di risulta.

Tali servizi venivano puntualmente richiesti a CSP nel disciplinare del contratto di servizio e, quando le esecuzioni dei lavori erano ritenute insoddisfacenti, questi venivano puntualmente contestati attraverso un consolidato carteggio che gli uffici comunali preposti al controllo indirizzavano alla società.

Sembra invece, anche da dichiarazioni attribuite alle OO.SS, che da quando il servizio è stato esternalizzato, la gestione dei rifiuti prodotti a seguito dello sfalcio non sia più onere di chi detiene l’appalto del verde ma che la rimozione e lo smaltimento sia rimasto in capo a CSP che ne deve provvedere utilizzando proprio personale (sostenendone quindi i costi).

Stiamo dunque assistendo ad un singolare spacchettamento della gestione del verde pubblico che lascia a CSP solo i costi (che ricadono interamente sui cittadini) mentre riserva benefici economici al privato che pur espletando solo una parte del servizio, viene remunerato anche per il lavoro svolto in sua vece da altri?

I cittadini hanno diritto a risposte certe e si aspettano una gestione virtuosa del decoro urbano, nessuno auspica una privatizzazione selvaggia dei servizi che porterà inevitabilmente ad un ulteriore aumento dei costi (già elevatissimi) e ad una crisi di CSP con drammatici risvolti occupazionali.

I consiglieri

De Angelis, Di Gennaro, Piendibene, Scilipoti, Tarantino

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