Le previsioni sull’incidenza di valanghe sono accurate nell’80% dei casi, ma in 9 casi su 10 chi inisce vittima di slavine ha anche contribuito a crearle, con il proprio comportamento. Quali sono le situazioni in cui ci si mette in pericolo più facilmente?
Jordy Hendrikx e Jerry Johnson (Montana State University) hanno intervistato e tracciato nei loro percorsi montani oltre 800
persone, tra sciatori ed escursionisti. Lo studio, chiamato Tracks Project, è iniziato nel 2013 ed è stato condotto attraverso
un’app su cellulare.
Alcune conclusioni sono intuitive: anziani e bambini tendono a prendere decisioni più conservative, mentre chi si è già posto un
certo obiettivo e i gruppi di ragazzi maschi rischiano più spesso di lanciarsi in iniziative avventate.
MEGLIO SOLI.
Altre evidenze sono più inaspettate. Per esempio chi scia o cammina da solo (un comportamento spesso considerato più a
rischio) è in genere anche più cauto; nei grandi gruppi invece, forse per il bisogno di non sfigurare, forse per la tendenza a seguire chi si proclama “esperto”, si tende a osare, e sbagliare, più facilmente.
Gli sciatori abbassano la guardia più spesso sulle piste che conoscono bene, o quando fanno a gara per lasciare le prime tracce
nella neve fresca. Chi invece studia la strada in anticipo e si affida alle previsioni sulle valanghe, in genere riesce a cambiare
piano in tempo per non mettersi nei guai.
NOTA POSITIVA.
In ogni caso, concludono i ricercatori, il 99% di chi si avventura in montagna si comporta in modo adeguato, rispetto al rischio
slavina. La speranza è che i risultati dell’indagine aiutino anche il rimanente 1%.

 

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