Cara benzina, ma quanto ci costi?

In Italia i carburanti sono tra i più costosi d’Europa. Accise istituite oltre 50 anni fa per emergenze, sono diventate “fisse”.
Le accise sui carburanti sono uno dei motivi per i quali la benzina è cara nel nostro paese. Solo negli ultimi quattro mesi del 2016 hanno garantito all’Erario entrate per quasi 2 miliardi di euro.
Accise sui carburanti: di cosa si tratta? Le accise sui carburanti sono delle maggiorazioni sul prezzo dei carburanti, appunto, imposte dallo Stato italiano per finanziare le ricostruzioni post terremoto riguardanti cinque aree del nostro Paese. Ma non si parla dei sismi che hanno colpito il Centro Italia a partire da agosto 2016, le accise infatti riguardano catastrofi avvenute
anche decine di anni fa, nel dettaglio: Belice (1968); Friuli (1976); Irpinia (1980); Abruzzo (2009); Emilia Romagna (2012)
Accise istituite dunque anche 50 anni fa, in una situazione di emergenza, e poi rese definitive anche nei casi in cui l’emergenza non c’è più. Accise sui carburanti: i dati della Cgia di Mestre. I dati sul tema diffusi dalla Cgia di Mestre sono impressionanti:
lo stato ha incassato, soltanto negli ultimi 4 mesi del 2016, 1,8 miliardi di euro. Soldi che non servono più sicuramente nelle aree colpite da sismi risalenti a 50, 40 o 30 anni fa.
A commentare il dato Paolo Zabeo, coordinatore dell’Ufficio Studi: “in linea puramente teorica possiamo affermare
che per i primi interventi di messa in sicurezza e di avvio dei lavori di ricostruzione nelle aree del centro Italia colpite dal terremoto del 24 agosto scorso e dalle scosse che si sono abbattute successivamente, in soli 5 mesi gli italiani hanno versato
nelle casse dello Stato 1,8 miliardi. Pertanto, sostenere che non è facile trovare le risorse economiche per affrontare queste emergenze non corrisponde al vero.”
Renato Mason, segretario della Cgia, spiega: “Ogni qual volta ci rechiamo a fare il pieno alla nostra autovettura 12 centesimi di euro al litro ci vengono prelevati per finanziare la ricostruzione delle zone che sono state devastate negli ultimi decenni da questi
eventi sismici. Con questa destinazione d’uso gli italiani continuano a versare all’erario circa 4 miliardi di euro all’anno. Se, come dicono gli esperti, questi fenomeni distruttivi avvengono mediamente ogni 5 anni, è necessario che queste risorse siano impiegate in particolar modo per realizzare gli interventi di prevenzione nelle zone a più alto rischio sismico e per fronteggiare
i primi interventi nelle zone appena colpite.”
(Fonte www.6sicuro.it)