Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del consigliere di minoranza del Comune di Montalto di Castro Paola Peruzzi.

“La Farmacia Comunale viene venduta: prezzo base d’asta 1milione e 120mila euro oltre a 200mila euro circa dello stabile. Ecco il risultato della quantificazione del servizio di assistenza sanitaria voluto fortemente da tutti i cittadini di Montalto di Castro, nato dopo lunghe battaglie legali, ricorsi e che da ultimo si è cercato di salvare con la raccolta di firme che Caci ha cestinato.
Si vende la Farmacia Comunale, che ha i bilanci in attivo e paga il canone d’affitto, si vende una società partecipata che non grava sulle casse comunali e che ha grandi margini di miglioramento, con prospettive di potenziamento molto ampie.
Non esiste nessuna motivazione che ne indichi la vendita.
Non c’è nessuna imposizione della Corte dei Conti, nessuna lettera segreta che ne imponga la dismissione. Di certo c’è solamente la volontà di questi amministratori di togliere un servizio sanitario, di calpestare la volontà dei cittadini ignorando le oltre 1100 firme raccolte CONTRO la vendita della Farmacia, di negare un Consiglio Comunale aperto per timore del confronto con la gente, per paura di dover dare risposte.
La vendita della Farmacia Comunale è uno dei tanti errori madornali di Caci, un grave errore che inciderà su un servizio creato per la cittadinanza, danneggiando il “patrimonio” di benessere, di generosità, di solidarietà che si era costruito in tanti anni e che tanto poteva ancora dare.
Sono mesi che attendiamo una risposta sul perchè si voglia cassare il settore sanitario in maniera così insensata, sul perchè si voglia annullare un servizio pubblico invece di potenziarlo in maniera esponenziale: nessuna risposta ci è stata data se non “… perchè il privato è meglio del Pubblico” pronunciata da Caci fra lo stupore generale dei presenti.
Per la giunta Caci il privato è meglio del Pubblico e il Comune deve essere gestito come un’azienda (queste le “alte” parole dell’assessore al bilancio): allora come mai brucia quattrocentomila euro in spettacoli da fare in tre mesi, sapendo che non saranno mai recuperati, ammettendo quindi una perdita sicura a fronte dei tanti VERI problemi che affronta la cittadinanza?
E sorge un dubbio: possibile mai che Caci, Carmignani, Sacconi, Mezzetti, La Monica, Benni ecc. vendono perché era troppo difficile, per loro,  migliorare la gestione dell’azienda Farmacia Comunale, aumentando l’offerta di servizi e attuando sconti sui farmaci? Forse era impresa troppo complessa per questi amministratori? Eppure la petizione firmata da 1100 cittadini e cestinata da Caci dava tanti suggerimenti utili per rendere il servizio ancora più efficiente.
Per gestire il Comune come un’azienda bisogna essere capaci, preparati e accorti nelle spese. Ma il Comune non è una semplice azienda: è il benessere della collettività, sono le persone, sono i servizi creati per il sociale, siamo tutti noi. Chi lo farà capire alla “Caci s.r.l.” ?”.

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