L’azzurro denuncia: “C’è un accordo scritto con la Prefettura?” Il sindaco: “no, mi ido”. Consiglio comunale inutile, tra caldo, puzza di fogna e numero chiuso.
“Il Prefetto Morcone ha firmato un documento in cui viene attestato che a Civitavecchia non  verrà realizzato alcun hotspot per migranti?”. “No”. Una domanda e una risposta che sintetizzano nel modo migliore quanto accaduto nel consiglio comunale di lunedì all’Aula Calamatta. Tra il caldo soffocante, l’olezzo di fogna e il numero chiuso per accedere all’Aula si è trattato dell’ennesima massima assise inutile in cui è emerso, ma lo si sapeva già, che il tanto elogiato incontro al Viminale del primo cittadino, accompagnato dal mentore grillino Di Maio, in realtà non aveva prodotto nulla, se non quei due minuti di notorietà sugli organi di stampa nazionale. Nessun accordo o impegno scritto per evitare che la città o meglio il porto si trasformi in un hotspot, con i migranti accolti in una enorme tendopoli ed in condizioni igienico-sanitari pessime. E’ bastata una domanda del senatore di Forza Italia Francesco Giro per mettere alla luce quello che tutti ben sanno: il pericolo non è scampato anzi. Proprio il consiglio comunale ha regalato momenti quasi di ilarità alla richiesta del senatore azzurro di poter parlare: richiesta bocciata immediatamente dal primo cittadino e poi la decisione presa dopo mezzora, con la “concessione” della parola a Giro seppure condizionata, con il sindaco Cozzolino che da padrone di casa vuole dettare i tempi e i modi della discussione. Una figuraccia, ma ormai il primo cittadino ci è abituato, istituzionale che prelude a quella ben più grande: come detto nessun impegno scritto ma solo verbale e la volontà del primi cittadino di credere a quanto detto nelle stanze del Viminale. Ma rimane la verità emersa; il pericolo non è scampato, anzi, tutto lascia presagire che nei prossimi mesi, quella “visita” di cortesia al porto non sia stata casuale, ma per testare sul campo se la soluzione possa essere attivata in breve tempo, in caso di emergenza. La destra gongola, la sinistra prosegue nella litania dell’ospitalità a tutti i costi, i grillini incappano nell’ennesimo e più clamoroso degli autogol. Nei prossimi mesi ci sarà da piangere.

 

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