secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, Romania e Italia sono a rischio di epidemia di morbillo. La Romania ha riportato oltre 3.400 casi e 17 morti dal gennaio 2016 a marzo 2017. La maggior parte dei casi è stata rilevata nelle aree in cui la copertura vaccinale è particolarmente bassa.

In Italia, dal mese di gennaio 2017 è stato registrato un preoccupante aumento del numero di casi di morbillo. A fronte degli 844 casi segnalati nel 2016, dall’inizio dell’anno ne sono già stati registrati più di 700, con un incremento di oltre il 230 % rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, in cui si ne erano verificati 220.

La maggior parte dei casi di morbillo sono stati segnalati da quattro Regioni: Piemonte, Lazio, Lombardia e Toscana. Più della la metà dei casi rientra nella fascia di età 15-39 anni. Sono stati notificati anche diversi casi a trasmissione in ambito sanitario e in operatori sanitari.

Il morbillo continua a circolare nel nostro Paese a causa della presenza di sacche di popolazione suscettibile, non vaccinata o che non ha completato il ciclo vaccinale a 2 dosi. Ciò è in gran parte dovuto al numero crescente di genitori che rifiutano la vaccinazione, nonostante le evidenze scientifiche consolidate e nonostante i provvedimenti di alcune regioni che tendono a migliorare le coperture, anche interagendo con le famiglie e i genitori. Tuttavia, anche l’indifferenza gioca un ruolo non indifferente.

Nonostante il Piano di eliminazione del morbillo sia partito nel 2005 e la vaccinazione contro il morbillo sia tra quelle fortemente raccomandate e gratuite, nel 2015 la copertura vaccinale contro il morbillo nei bambini a 24 mesi (coorte 2013) è stata dell’85,3% (con il valore più basso pari al 68% registrato nella PA di Bolzano e quello più alto in Lombardia con il 92,3%), ancora lontana dal 95% che è il valore soglia necessario ad arrestare la circolazione del virus nella popolazione.

Considerata una malattia innocua, il morbillo è invece responsabile di encefalite in un caso su mille, evento che porta alla morte o a danni permanenti. Inoltre, se contratto in età adulta, il morbillo ha molti più rischi di effetti collaterali perché la sindrome è molto più violenta, esponendo il paziente a complicanze e ricoveri. NON ESISTE UNA TERAPIA SPECIFICA PER IL MORBILLO e la prevenzione, attraverso la vaccinazione, rimane la sola arma che abbiamo a disposizione.

Il fenomeno non è solo italiano. Anche l’Europa e gli Usa stanno registrando il diffondersi di focolai di malattia.

Si invita vivamente la popolazione a seguire le indicazioni del Ministero della Sanità per la vaccinazione contro il morbillo.

 

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