L’Isde ha pubblicato il primo articolo sui forni crematori con i contenuti già espressi dal medico.
Si attende per la fine dell’anno il documento ufficiale dell’Isde sui forni crematori: nell’articolo del periodico dell’Associazione Medici per l’Ambiente, In particolare, si legge – come preannunciato dal dottor Ghirga – come succede per l’incenerimento di una salma, della bara con il rivestimento, dei vestiti ed eventualmente di altri accessori, genera diverse sostanze tossiche. Si tratterebbe, in particolare di particolato fine o ultra fine, monossido di carbonio, ossidi di azoto e zolfo, composti organici
volatili, composti inorganici del cloro e del fluoro, metalli pesanti, mercurio, zinco, diossine-furani.
Proprio l’emissione di diossine-furani, data la loro grande tossicità – si legge nell’articolo – riveste particolare importanza. In seguito ai controlli delle emissioni ai camini dei forni crematori dei cimiteri di Pistoia e Arezzo, ARPA Toscana ha riscontrato superamenti dei valori limite delle diossine che portò, nel primo caso, alla prolungata chiusura del forno stesso.
Sulla questione interviene anche il presidente della commissione ambiente di Palazzo del Pincio, Dario Menditto, il quale in un lungo documento dichiara di condividere appieno lo spirito e le conclusioni del lavoro prodotto dal dottor Ghirga.
“Ringrazio il Dottor Ghirga – scrive Menditto – io condivido pienamente lo spirito e le conclusioni del documento: ad ogni modo finalmente il dibattito viene arricchito da un contributo obiettivo di una autorevole associazione ambientalista e che fa riferimento a pubblicazioni scientifiche. Spero che questo possa essere di aiuto a tutti coloro che vorrebbero impedire la realizzazione di un’opera il cui progetto, mi preme ricordare, l’attuale Amministrazione si è ritrovato già ampiamente
autorizzato e che si potrebbe bloccare solo risarcendo la ditta appaltatrice, quindi attingendo alle tasche dei contribuenti (48.000
mila euro !)”.