Il Consiglio comunale aperto sul progetto di Megadigestore a Civitavecchia ha raggiunto almeno in parte l’obiettivo che si prefissava: accertare le responsabilità per proseguire con maggiore chiarezza la battaglia contro un progetto scellerato e che va rigettato. Battaglia nella quale, abbiamo appreso, il territorio sarà unito. Benissimo.

Ma, se un marziano distratto con la sua navicella fosse atterrato all’aula Pucci, forse avrebbe avuto difficoltà a individuare le responsabilità. Prima di iniziare la battaglia unitaria, allora, è il caso di ribadire alcuni concetti semplici e fattuali. Non ci sono dubbi sul fatto che la responsabilità politica di non aver fermato prima questo progetto sia della maggioranza Pd-M5s che governa la Regione Lazio, che poi in consiglio comunale a Civitavecchia è l’opposizione. Sono peraltro le stesse responsabilità politiche formali e sostanziali che si ripetono nel caso del parere positivo alla commissione Via sul progetto a gas a Torre Valdaliga Nord. E se è vero (ma non lo è) che la politica non governa questi processi, allora il presidente Zingaretti e qualche suo assessore avevano poco da pavoneggiarsi nell’annunciare la notizia, smentita dai documenti, dell’abbandono dello stesso progetto a gas.

Ora che i campi sono chiari, che il punto fermo lo abbiamo messo, cercheremo la soluzione: ad esempio l’annullamento in autotutela degli atti chiesto dal sindaco Tedesco. Ma chi è stato fino ad ora parte del problema, magari a 9000 euro al mese, eviti di farci lezioni.

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