Medio Tirreno, M5S: “ultimo baluardo dell’efficienza pubblica sacrificato per salvare il carrozzone di Talete”

Due giorni fa la giunta della Regione Lazio ha emanato una delibera con la quale attiva i poteri di commissariamento per la chiusura forzata del consorzio del Medio Tirreno. A breve, quindi, verrà nominato il Commissario che dovrà mettere in atto le procedure con le quali le infrastrutture del Medio Tirreno passeranno per la stragrande maggioranza alla Talete SpA, la società che gestisce il servizio idrico dell’ATO di Viterbo.
Vale la pena ricordare che mentre il Consorzio del Medio Tirreno è una partecipata dei comuni di Civitavecchia e Tarquinia che da anni gestisce parte del servizio idrico dei due comuni distribuendo utili, la Talete SpA è una società fortemente indebitata, sull’orlo del fallimento e gestita negli anni dalla politica alla solita maniera. In documenti ufficiali i vertici di Talete non nascondono la loro volontà di risolvere (parzialmente) i problemi del carrozzone attraverso gli asset del Medio Tirreno.
La Regione quindi invece di attuare la legge 5/2015 in tema di riordino del servizio idrico regionale ridisegnando gli ato su base idrografica, preferisce smantellare la dimostrazione vivente che l’acqua può essere gestita in maniera oculata da soggetti pubblici nell’esclusivo interesse della cittadinanza.
Siamo sicuri che l’amministrazione comunale impugnerà la delibera di Giunta ma, nel dubbio, abbiamo preparato una proposta di legge che i consiglieri regionali del territorio porteranno in votazione con il prossimo collegato al bilancio assieme ad analoghe proposte volte ad impedire l’autorizzazione del biodigestore e la soluzione del problema “usi civici” per la nostra città.
Memori dei nostri principi fondanti, come abbiamo fatto durante la nostra amministrazione, ci sentiamo in dovere di difendere con le unghie e con i denti un soggetto amministrativo che è la prova provata del fatto che soggetti pubblici possono gestire con profitto e soddisfazione dell’utenza i servizi al cittadino senza scadere nelle pietose logiche clientelari che hanno funestato questo paese per anni.
Motivo per il quale, forse, in certi ambienti regionali la cosa è fortemente invisa.
Prendiamo ovviamente le distanze da quanto deliberato dalla giunta regionale sempre molto solerte nella cessione dei servizi pubblici all’imprenditoria privata, ma stranamente “sonnolenta” nel rispettare sgraditi indirizzi del consiglio regionale.