Acqua pubblica dispersa nelle pozze in campagna e ricomprata dall’Acea. Un tesoretto da 400 mila euro l’anno. Servono le opere non i proclami
Mecozzi: i regali di Cozzolino all’Acea
La battaglia per l’acqua pubblica è stufa delle chiacchiere di Cozzolino e richiede opere concrete e non proclami come nel caso del tanto strombazzato ricorso al TAR che non ha nessun effetto pratico.
Nel frattempo infatti l’Acea continua a rifornire “indisturbata” più della metà dei rubinetti. Dirà (pare di sentirlo): “Ma da sempre è così”. Ma stavolta non solo non fa niente per cambiare le cose, ma va oltre: il novo regalo all’Acea firmato Cozzolino sono almeno 400 mia euro l’anno spesi dalla collettività a causa della scelta scellerata di non riparare l’Oriolo.
E’ il valore di quei 70 litri di acqua al secondo che finiscono dispersi nelle pozze in aperta campagna. Un vero tesoretto di acqua pubblica che si disperde nell’incuria e nello spreco a Cinque stelle.
Gli altri due acquedotti pubblici Medio Tirreno e Nuovo Mignone (HCS) non sono in grado infatti di sopperire alla mancanza.
Altra acqua viene dunque acquistata dall’Acea. Quei 70 litri secondo valgono 450 mila euro l’anno: Acea ringrazia Cozzolino ben contenta di incassare anche un ricorso collettivo che è solo uno specchietto per le allodole.
Cosa fare? Riparare l’Oriolo prima che arrivi la siccità estiva. Quando il porto aumenterà la sua richiesta il Comune comprerà più acqua dall’Acea per darla al porto che la pagherà meno di quanto la paga un normale cittadino (e meno di quanto mediamente costa allo stesso Comune).
Un altro pasticcio-regalo che porta l’inconfondibile firma a Cinquestelle.