Marino (Lega Civitavecchia): “Bene approvazione del Governo direttiva su pratiche sleali e scorrette su prodotti agricoli”

Lo scorso mese di maggio avevamo presentato in consiglio Comunale un ordine del giorno  da inviare al MIPAAF a sostegno dell’iniziativa della Coldiretti relativo al provvedimento allora in discussione sulle pratiche sleali e scorrette sulla filiera dell’agricoltura.

Oggi esprimiamo  soddisfazione per l’approvazione, da parte del Consiglio dei Ministri, della direttiva sulle pratiche commerciali sleali su proposta del Ministro delle Politiche Agricole,   mettendo fine a numerose  pratiche sleali che vanno  dal rispetto dei termini di pagamento al divieto di modifiche unilaterali dei contratti in essere  e di aste on line al doppio ribasso e alle  limitazioni delle vendite sottocosto  ecc.

Auspichiamo che  dopo l’entrata in vigore del dispositivo  si  realizzi   un percorso corretto e  virtuoso che eviti distorsioni  e abusi e finalizzato a garantire una equa distribuzione del valore del prodotto lungo tutta la filiera delle attività agricole a tutela dei contadini,  delle aziende agricole e dei consumatori finali.

La norma approvata prevede, tra l’altro,  l’informazione al consumatore finale per  far conoscere se si sta acquistando un prodotto italiano con tracciabilità certa.

L’approvazione delle norme contro le pratiche sleali nel commercio alimentare  colma un vuoto legislativo e  rappresenta una svolta storica per garantire più qualità ai cittadini-consumatori e un giusto prezzo ad agricoltori ed allevatori.E notorio che fino ad oggi, per esempio, su un euro speso dal consumatore finale  al produttore arrivavano si e no 10/15 centesimi, insufficienti a coprire il prezzo di produzione.

Un intervento normativo fortemente sollecitato dalle categorie interessate (Coldiretti) e sostenuto dalla Lega attraverso ordini del giorno e mozioni presentati dai propri consiglieri in numerosi comuni del Lazio e del Paese, per rendere più equa la distribuzione del valore lungo la filiera   ed evitare che il massiccio ricorso attuale alle offerte promozionali non venga scaricato sul singolo produttore e sulle aziende agricole che in controtendenza all’andamento generale, sono le uniche ad avere avuto un calo del valore aggiunto per effetto della lievitazione  dei costi di produzione.