(segue dall’edizione precedente)

Come sempre, quando parlo di serial killer, sembra di narrare un giallo e di vivere in una fiction televisiva e per questo appare quasi impossibile pensare che simili fatti possano essere realmente accaduti e che un essere umano, possa arrivare a tanto, e ad uccidere brutalmente suoi simili, per motivazioni a volte, quasi inspiegabili e comunque incomprensibili per le persone che possono essere definite normali.

Avviandomi alla conclusione, è mia abitudine, cercare di individuare quali possono essere le possibili ragioni che hanno motivato e condotto l’uccisore al suo agire.

A tal proposito, un cenno molto importante, l’ho fatto già nell’introdurre il mio lavoro, e cioè quando ho evidenziato il fatto che da bambino, Marcel amasse torturare, seviziare ed uccidere gli animali e che tali atteggiamenti, sono quasi sempre il preludio e comunque il segnale di patologie che possono condurre ad un possibile futuro criminale in  età adulta.

Direi di Marcel, un modus operandi disorganizzato, anzi, parecchio disorganizzato, quasi incurante di nascondersi, mostrando una sorta di spavalderia, come se le brutalità che stava compiendo fossero cosa normale. Il baule rinvenuto nel fiume con il cadavere al suo interno, i molteplici resti rinvenuti nella cantina della casa e della rimessa, con sacchi colmi di cadaveri depezzati, probabilmente in attesa di essere dati alle fiamme, non possono non indicare un modus operandi altamente disorganizzato ed incurante di nascondere le tracce.

Per quanto riguarda le motivazioni che hanno condotto Marcel al suo agire, ritengo, possano essere molteplici e correlate anche tra di loro.

Con buona certezza, Petiot, era motivato dal guadagno, anche se la storia della vicenda, riporta che il ricavato delle sue azioni, sarebbe stato molto basso e ritenuto  addirittura irrilevante rispetto ad una sorta di giustificazione della grande mole di omicidi commessi.

Si potrebbe ipotizzare a tal proposito, che Marcel, fosse motivato anche dall’agire come “angeli della morte”, i quali, sono soliti iniettare sostanze letali ai pazienti di cui si prendono cura e, anche se dichiarano di agire convinti di liberare le loro vittime dalle sofferenze, in realtà sono mossi dal desiderio di decidere della vita e della morte altrui, come prova il fatto che buona parte delle loro vittime, in molti casi, siano in condizioni di salute non gravi al momento dell’omicidio. In questo caso, nella mente di Petiot, le sofferenze potrebbero essere state quelle patite dagli ebrei che diceva di assistere, dovute alla persecuzione nazista.

E’ ipotizzabile inoltre che Petiot, appartenesse anche al genere di criminale  così detto dei “missionari”, i quali  concepiscono i loro omicidi come una missione che può essere quella di “ripulire la società” da una certa categoria, come in questo caso, dagli ebrei.

Marcel, non è poi certamente da sottrarre al genere di serial killer “edonistici”, i quali uccidono con il solo scopo di provare piacere dalle torture e violenze inflitte alle loro vittime mossi da sadismo ed assoluta mancanza di empatia, così come anche lui stesso, usava fare da bambino sui poveri animali che sfortunatamente finivano tra le sue grinfie.

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