Sono state le telecamere di un’emittente nazionale a raccogliere il disperato grido d’aiuto di un nostro concittadino, il quale, ignorato dalle istituzioni, oggi “sopravvive” in una condizione insostenibile.
“Per il vicesindaco di questa nostra città lasciata a se stessa – dichiara il vice-coordinatore di Forza Italia Giancarlo Frascarelli – il signor Giorgio non esiste. Rabbrividisco. E ribadisco purtroppo, ancora una volta, alla dottoressa Lucernoni che l’algido distacco nei confronti di tali disagi mi lascia moralmente incredulo. Ma i tanto sbandierati stemmi pentastellati di trasparenza, legalità e rispetto dove li dobbiamo cercare? Nella realta’ riscontriamo solo menefreghismo e latitanza, alla faccia del sostegno… Spero che almeno Lei riesca a dormire la notte, sapendo che a Civitavecchia esistono situazioni di tale gravità”.
“Spesso – prosegue Frascarelli – mi sono recato ai Servizi sociali per rappresentare il caro Giorgio, ma la risposta è stata sempre la stessa, ovvero che un uomo in tali condizioni deve trovarsi da solo una casa in affitto per poter usufruire di un aiuto economico dal Comune. Incredibile ma vero! Non è difficile comprendere che ciò risulta impossibile considerate le difficoltà che hanno persone senza garanzie. Povero Giorgio, triste per lui dover combattere più che contro il freddo contro le porte sbarrate di burocrati a cinque stelle”.

“Credo che la storia del signor Luciotti – aggiunge il capogruppo della Svolta Massimiliano Grasso – come quelle altrettanto tristi di altri nostri concittadini che non sono finite sotto i riflettori dei media, richiedano azioni immediate da parte dell’amministrazione per affrontare casi di emergenza sociale come quello di Giorgio. Alla disperazione non si può rispondere con la burocrazia. O ancora peggio con l’insensibilità di chi nega l’esistenza del problema e quindi della dignità della persona stessa. Per questo, prima ancora che per l’incapacità di trovare soluzioni ai problemi, chi ricopre un ruolo delicato e “di frontiera” come quello di assessore ai Servizi Sociali che richiede una sensibilità che evidentemente manca, dovrebbe avere la decenza di dimettersi”.

 

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