Caro Segretario,
vogliamo replicare alle dichiarazioni che hai rilasciato in difesa della permanenza in consiglio di Mei come rappresentante del tuo partito fornendo essenziali quanto necessarie puntualizzazioni.
Sbagli a sostenere che il seggio è di Mei e nessuno glielo può togliere. Certo è così in termini giuridici, ma sai bene che non è così in termini di etica politica, concetto da te (e non solo) molto dibattuto in questo momento politico.
Ti ricordo due dati. Mei ha ottenuto alle elezioni 63 voti di preferenza, il Psi oltre 1300. Ti sarà facile intendere come un candidato che diventa consigliere con un bagaglio di preferenze evidentemente irrisorio, ininfluente ai fini della conquista del seggio, non possa ritenersi il legittimo detentore del seggio. Lo sarà piuttosto il partito. Di sicuro il ragionamento sarebbe stato diverso se di preferenze ne avesse ottenuto qualche centinaio, e alla fine tale quota di consensi si fosse rivelata determinante per la presenza in consiglio di un esponente socialista.
Questo per dire che non si può sostenere con tanto rigore le ragioni dell’etica e poi accettare una cosa del genere: uno con 63 voti, lo ripetiamo, può al massimo conquistarsi un posto al bar.
Non può non esserti chiaro che il seggio è del PSI, e Mei deve restituirlo, deve cioè dimettersi da consigliere. Poi da cittadino è libero di aderire a qualsiasi partito, e per questo gli auguriamo le migliori fortune. Ma non può trasferire a Sel un seggio che è stato conquistato invece dal Psi.
E’ chiara la vostra convenienza a legittimare una tale situazione, ma insistervi significa smentire ciò che con tanto rigore affermate. Come dire: “Predicare bene e razzolare male”.
Caro segretario, conosciamo bene la tua proverbiale correttezza e quella del partito, per questo siamo convinti che anche voi ci aiuterete in questa azione di giustizia politica oltre che etica. Dobbiamo esaltare l’azione comune e della coalizione per governare bene oggi ed assicurare domani un futuro migliore. Le divisioni rendono tutti più deboli e perciò dobbiamo lavorare per l’unità della coalizione.