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La triste vicenda della giovane Pamela, ennesima vittima della violenza legata al mondo della droga, ripropone il tema della progressiva disattenzione delle istituzioni al disagio giovanile che sfocia troppo spesso nella dipendenza nelle sue varie forme.

In questi giorni l’Associazione Il Ponte, come tutte le altre Associazioni legate alla FICT, sta distribuendo ai candidati alle elezioni politiche e regionali una lettera aperta per sollecitare nuovi, più incisivi provvedimenti legislativi ed amministrativi per ritornare a combattere in maniera più efficace un fenomeno sempre più allarmante e devastante.

“In Italia la questione dipendenze è sempre più relegata ai margini del dibattito nazionale tra le diverse forze
politiche. Sembra vi sia una sostanziale e generalizzata delega agli addetti ai lavori, che però, sia nel
pubblico che nel privato sociale, sono sempre meno e sempre più soli.
Eppure a leggere i dati ufficiali della Relazione annuale sulle droghe al Parlamento, a voler fare lo sforzo di
capire, c’è da restare sconcertati.
Le droghe non solo sono sempre più diffuse e pericolose, ma si evolvono con una rapidità straordinaria, a
fronte di un sistema di contrasto fossilizzato ed arretrato di decenni.
Se da un lato la cannabis e la cocaina rimangono le sostanze più diffuse, con una sempre più preoccupante
recrudescenza dell’eroina, a queste si aggiungono le nuove sostanze, per lo più sintetiche, che hanno
grande appeal soprattutto tra i giovani.
Oltre il 25% dei ragazzi delle scuole medie superiori dichiara di avere assunto almeno una volta una
sostanza illegale e di questi circa il 30% non sa neanche che tipo di droga ha assunto.
Il sistema di contrasto, la rete dei servizi del pubblico e del privato sociale deve continuamente lottare per
la propria sopravvivenza, facendo il possibile con risorse sempre più esigue ed all’interno di un quadro
normativo arretrato ed inadeguato.
Mentre il mondo della droga è quotidianamente in evoluzione, e negli ultimi 10 anni ha visto un
mutamento enorme, nelle forme di dipendenza, nelle sostanze e persino nelle modalità di assunzione, gli
operatori sono costretti ad operare con strumenti di intervento che fanno riferimento ad una normativa di
quasi 30 anni fa, il DPR 309/90, che porta inevitabilmente ad “inseguire” il fenomeno senza mai poterlo
raggiungere.
Un sistema che disconosce il concetto moderno di “salute” e rimane invece ancorato a quello ampiamente
superato di “malattia”, che impone interventi misurabili in termini meramente prestazionali ed
economicistici, che pone al centro il “problema” invece che la “persona”.
Un sistema strutturalmente incapace di leggere la complessità del fenomeno dipendenze, che invece
necessita di interventi altamente qualificati e fortemente connessi ai bisogni mutevoli e variegati del
territorio.
Un sistema, pensato e strutturato molto prima della riforma del Titolo V della Costituzione e che si presenta
oggi fortemente frammentato, con enormi differenze tra le varie regioni, sia in termini di risorse che,
peggio, in termini di tipologia e qualità degli interventi di cura e riabilitazione.
Ed a fronte di tutto ciò solo un assordante silenzio della politica.
Segreteria Nazionale F.I.C.T. ‐ Via di Villa Pamphili 71/c ‐ 00152 Roma
T. 06.66166668 ‐ Email: segreteria@fict.it ‐ web: www.fict.it ‐ www.progettouomo.net
Un immobilismo rassegnato, certificato dalla ormai annosa assenza di una specifica delega politica sulle
dipendenze. Una omissione che ha svuotato di significato lo stesso Dipartimento per le Politiche Antidroga,
strumento di sintesi e coordinamento che oggi più che mia appare invece imprescindibile.
Abbiamo la sensazione di una resa generalizzata di fronte al disagio ed alle dipendenze, normalizzati come
inevitabili corollari della moderna società dello scarto. Ci sembra di vivere un’epoca rassegnata che altro
non è che l’anticamera del disimpegno, mentre però la droga continua a mietere vittime sempre più
numerose.
Ecco perché intendiamo con forza chiedere un rinnovato impegno alle forze politiche che si candidano a
governare il Paese nei prossimi anni.
Ed il primo impegno deve essere la riforma del DPR 309/90, una legge che ha avuto il merito di
accompagnare e sostenere il sistema sino ad oggi, ma che è ormai ampiamente superata. Abbiamo bisogno
urgente una riforma partecipata che esca dalla logica di cura della malattia e che si apra alla Comunità
territoriale.
Una riforma che tenga conto dei grandi mutamenti degli ultimi decenni, e che si ponga come reale
strumento per il contrasto alle dipendenze, tutte le dipendenze, anche quelle cosiddette senza sostanza,
comportamentali.
Una riforma che sia anche capace, come la stessa Relazione al Parlamento richiede di fare, di tornare ad
investire seriamente sulla prevenzione e sui processi educativi. Da quando è stato azzerato il fondo
nazionale per la lotta alla droga, ormai oltre 10 anni fa, abbiamo assistito infatti ad un progressivo
disinvestimento sulle politiche di prevenzione. Non può quindi stupire il quadro drammatico del consumo
di sostanze, in particolare tra i giovani.
In sintesi quindi, in vista delle prossime consultazioni elettorali, saremo pronti a collaborare con quanti
assumeranno impegni precisi ed inderogabili, ed in particolare:
1) l’avvio immediato di un processo partecipato di riforma del sistema normativo sulle dipendenze,
fermo ancora a 30 anni fa, al DPR 309/90. In particolare la revisione della normativa quadro deve
contenere tre punti imprescindibili:
 La ricostituzione del fondo nazionale Lotta alla Droga
 Un sistema procedurale che renda automatica e universale per i soggetti con dipendenza
sottoposti a processo, già nella fase dibattimentale, la possibilità di accedere a percorsi di
recupero qualora la pena editale massima possibile per il reato ascritto sia inferiore ai limiti
previsti per l’accesso alle misure alternative.
 La creazione di un fondo per le politiche di reinserimento lavorativo
2) Purtroppo registriamo da molti anni una disattenzione della politica al tema delle dipendenze, sulle
quali riteniamo invece dover riflettere con attenzione per questo chiediamo con forza:
 La nomina di un sottosegretario con la specifica delega alle politiche antidroga
 Il rafforzamento del Dipartimento Politiche Antidroga, da mantenere sotto la Presidenza del
Consiglio
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 La convocazione della Conferenza Nazionale, così come previsto dalla legge, costruita in forma
di Consensus Conference, affinché attraverso un processo partecipato si possa giungere alla
definizione dei principi riformatori della normativa e di linee guida nazionali per il trattamento
delle dipendenze.
3) Il mondo giovanile merita particolare, attenzione, considerata la crescita esponenziale dell’abuso di
sostanze tra i ragazzi, il sempre più diffuso uso di psicofarmaci e di nuove sostanze acquistate
online. Il web è la nuova piazza di scambio e di acquisto, per il gioco d’azzardo online si registra un
incremento del 16% nel 2017. Per questo chiediamo:
 Politiche di prevenzione organiche e strutturali, con finanziamenti stabili, che consentano
percorsi educativi continuativi e coinvolgano il territorio e il mondo della scuola”.
* La F.I.C.T. opera da oltre trent’anni, senza finalità di lucro. È presente in tutto il territorio con una rete di 42 Associazioni ed Enti
di Solidarietà sociale, con oltre 600 servizi dedicati non solo al settore delle dipendenze ma anche alle nuove emergenze, come il
gioco d’azzardo, migranti e le nuove povertà, sull’analisi dei bisogni attuali del territorio, tramite un lavoro di studio, di ricerca e di
sperimentazione soprattutto nella prevenzione e nel reinserimento sociale Vede una partecipazione giornaliera e residenziale di
3.850 giovani e di circa 2.700 familiari. Ogni giorno i Centri sono gestiti da 1.412 tra operatori ed educatori, con 2500 volontari.
Circa 12.000 persone frequentano quotidianamente i nostri Centri.
È presieduta da un Consiglio di presidenza eletto ogni 3 anni tra i membri dell’Assemblea dei Soci. Non riceve contributi dallo Stato
né da altri Enti pubblici o privati. È riconosciuta come Ente Morale senza scopo di lucro con decreto del Ministero dell’Interno del
26 novembre 1999. Nel 2000 ha ottenuto dalle Nazioni Unite lo status di Organizzazione Non Governativa (ONG) associata al
Dipartimento della Pubblica Informazione. Collabora con la Federazione Mondiale delle Comunità Terapeutiche WFTC.

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