La Cooperativa Alice tra gli aderenti. Nasce anche il gruppo di lavoro “Cento passi per…”

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E’ stato presentato lunedì 21 dicembre presso la sala conferenze della Provincia di Viterbo il progetto in rete “Facciamo un pacco alla camorra”, promosso dal consorzio Nco (Nuova Cooperazione Organizzata) e dalla Res (Rete Economia Sociale). L’iniziativa intende promuovere una filiera produttiva etica: i pacchi contengono prodotti di diverse imprese, cooperative sociali, aziende che hanno denunciato racket e associazioni mafiose e molti dei prodotti sono realizzati su beni e terreni confiscati alle mafie. Contestualmente è stato presentato il gruppo di lavoro sulla legalità “Cento passi per…” che si è costituito a Viterbo.

Presenti all’incontro Andrea Spigoni (Cooperativa Sociale Alice), Simmaco Perillo (Cooperativa Sociale Al di là dei sogni), Umberto Cinalli (Gruppo “Centopassi per..”) e Chiara De Carolis (Libera Viterbo). A fare i saluti il Presidente della Provincia di Viterbo Mauro Mazzola, che ha sottolineato l’alta valenza sociale del progetto. In particolare, Simmaco Perillo ha sottolineato il fatto che “dalle tre cooperative che hanno aderito al progetto nella sua fase iniziale, il numero è cresciuto fino a oltre 70 e questo lascia ben sperare, anche se purtroppo le maggiori difficoltà si riscontrano principalmente in Campania”. Perillo ha ricordato la figura di Don Giuseppe Diana, il sacerdote assassinato dalla camorra nel 1994 a causa del suo forte impegno civile e religioso contro la criminalità organizzata. Il progetto è sostenuto anche dalla Cooperativa Sociale Alice di Tarquinia attraverso l’inserime nto di un prodotto della Fattoria Alice nel pacco e la diffusione del pacco stesso. “Abbiamo aderito volentieri – afferma Andrea Spigoni – a questo importante progetto per la legalità, dando un segno concreto a un impegno di questo tipo anche nel nostro territorio. Tra l’altro, Alice è tra le cooperative assegnatarie del primo bene confiscato alla mafia nel territorio provinciale di Viterbo, a Nepi”.

Tra gli interventi particolarmente significativo quello di un gruppo di studentesse del Liceo pedagogico “Santa Rosa” di Viterbo, che da tempo lavorano attivamente sui temi della legalità insieme agli istituti “Nando Dalla Chiesa” di Montefiascone e l’istituto “Vincenzo Cardarelli” di Tarquinia. Le ragazze hanno ricordato tra l’altro la vicenda del dottor Attilio Manca, trovato morto a Viterbo nel 2004 e secondo i genitori ucciso dalla mafia. Nel capoluogo della Tuscia – è stato annunciato – ci sarà a gennaio un evento a cui parteciperà Gianluca, fratello del dottor Manca.

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