Giù le mani, il colpevole silenzio alimenta la violenza”: questo lo slogan della due giorni contro il femminicidio organizzata dall’Amministrazione comunale di Ladispoli, Presidenza del Consiglio e assessorati alle Politiche Culturali e all’Integrazione e Cooperazione. Nell’ambito della manifestazione, in programma per sabato 8 e domenica 9 giugno, prevista una notte bianca contro la violenza sulle donne ed un flash mob nella piazza principale della città balneare.

Solo nel 2012 – ha detto l’assessora alle Politiche culturali, Francesca Di Girolamo – in Italia sono state uccise, per mano di uomini, 124 donne. Ladispoli con questa manifestazione vuole sensibilizzare la popolazione e dare il via ad una serie di iniziative sul tema della violenza sulle donne e sul femminicidio in attesa di una legge nazionale in grado di tutelare le donne. La questione di genere è uno degli argomenti principali che il settore culturale deve promuovere. L’iniziativa è anche una grande occasione per fare rete, sia a livello di organizzazione sia sul rapporto uomo-donna. A nome dell’amministrazione comunale voglio ringraziare fin d’ora tutte le associazioni e tutti coloro che stanno lavorando per realizzare questa importante iniziativa”.

Da subito – ha detto la delegata all’Integrazione Silvia Marongiu -abbiamo avuto una grandissima risposta da parte della città Costruendo l’iniziativa ci siamo resi conto che i punti nevralgici della vita culturale e sociale di Ladispoli sono in mano alle donne. Donne che , insieme agli uomini, saranno protagoniste di una kermesse che si svolgerà in aula consigliare per tutta la notte per concludersi con un flash mob in piazza Rossellini”.

In aula consiliare, a partire dalle 21 di sabato 8 giugno – ha detto il presidente del Consiglio comunale, Giuseppe Loddo – si alterneranno momenti di approfondimento, cultura ed arte sul tema del femminicidio e di tutti i problemi ad esso collegati. Vorrei evidenziare, infatti, che il femminicidio è l’atroce epilogo di un percorso di violenza che va combattuto nelle fasi iniziali e anche prima con un forte investimento di prevenzione culturale e di educazione familiare”.

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