Voglio parlarvi di come il bene ha vinto il male, di come ognuno di noi è capace di essere incredibilmente coraggioso. Un vero eroe è quando confrontiamo il male, la morte, la distruzione e la tristezza come abbiamo fatto l’11 settembre. Oggi è un giorno abbastanza emozionante per me però questo mi aiuta a guarire e vi ringrazio per la vostra comprensione.
Undici settembre, 9/11 in inglese non è solo un numero ma è un simbolo. È il numero telefonico più utilizzato in tutti gli Stati Uniti in caso si emergenza. Questi terroristi sadici hanno scelto l’11 settembre, il 9/11, sapendo che il 911 sarebbe stato il numero più utilizzato da migliaia e migliaia di persone in questi giorni terribili.
No. Non ho visto l’aereo quando ha colpito la Torre Nord. I newyorkesi non possono camminare con la testa in alto, però ho sentito un’esplosione e sapevo che era un incidente enorme e come me altre mille persone come me. Volevo scappare il più rapidamente possibile.
Era un giorno incredibilmente bello, un cielo azzurro che adesso conteneva un’enorme nuvola tossica lasciando cadere mille tonnellate di detriti, fumo e polvere. Le piante e le macchine erano coperte di queste polveri tossiche, come se fosse una tempesta di neve. Un giorno bello da far spezzare il cuore, un giorno violato grazie alla cattiveria degli uomini e questo è il vero esempio di come siamo la specie più violenta e cattiva di tutte le creature di questo pianeta. Le persone sembravano fantasmi, coperte di queste polveri, tutti noi abbiamo respirato quest’aria tossica, che ha causato la morte per cancro e altre malattie di tante vittime, e le persone continuavano a morire. A causa dei detriti ho avuto un tumore al naso e ho fatto un intervento. Faccio parte di uno studio dell’Accademia della Medicina di New York,che rimane in contatto con le vittime, i sopravvissuti, che hanno avuto interventi e problemi di attacchi di panico per il trauma, mi hanno chiamato ogni sei mesi anche qua in Italia per intervistarmi e valutare come sto mentalmente e fisicamente.
In questo giorno fatale ho sentito mille sirene e “plop, plop, plop”, ogni 5- 10 secondi, quando i corpi delle persone che saltavano dalle torri sono finiti sopra di me. E il puzzo tossico e maligno e il silenzio, perché hanno fermato i voli e la metro e questo cielo azzurro e la nuvola enorme che uccideva.
La polizia, l’esercito, i vigili del fuoco, la mancanza delle torri dopo che sono cadute, il nostro orizzonte vuoto, senza le nostre Dolomiti. Abbiamo visto mille e mille poster con le fotografie delle persone scomparse, come quando perdi un gatto o un cane, fotografie dei pompieri e delle altre persone. “hai visto questa persona, padre di quattro bambini? Per favore telefona a questo numero”.
All’ospedale di San Vincenzo, vicino alla mia casa, a meno di un chilometro fa Ground Zero, arrivavano le ambulanze, una dopo l’altra, mi ricordo di quando hanno aperto le porte di questi veicoli. Ricordo cosa c’era dentro: tante buste di plastica trasparenti con un contenuto schioccante, gambe, teste, braccia, altri organi umani, portati là per l’identificazione del DNA.
Ho spesso incubi, sento la puzza di questa aria maligna, vedo pezzi di questi corpi umani, però questo non è il mio messaggio oggi. Voglio assicurarvi che la paura non era l’emozione predominante in questi giorni, no. Avevamo un senso di unità, di umanità, di coraggio migliaia di noi, persone normali di fronte a questa emergenza e di tristezza enorme sono diventati veri eroi. La tragedia è un momento della verità, e la grande maggioranza dei newyorkesi hanno mostrato che il bene domina il male. Mille e mille volontari, poliziotti e vigili del fuoco sono entrati in macchina, hanno preso giorni di vacanza,hanno guidato per giorni, giorno e notte, per arrivare da noi a New York. Gli amici hanno telefonato da tutto il mondo, abbiamo avvertito l’appoggio di milioni di persone come voi, abbiamo sentito un’energia positiva, siamo stati più coraggiosi in questo periodo di tristezza grazie a voi. Tante persone sono arrivate per aiutare noi, per esempio un poliziotto di Missouri, che mi ha chiamato varie volte nelle tre settimane successive per vedere come stavo. Le caserme della polizia e dei vigili del fuoco erano coperte di fiori, i bambini di tutti gli stati degli Stati Uniti hanno inviato regali come giocattoli e peluche.
Ma la storia che voglio raccontarvi è questa. Dopo l’attacco alla Torre Nord, un uomo stava scappando con molte altre persone dal piano 81, per una scala totalmente buia e piena di fumo, quando è arrivato al piano 68 ha visto una donna seduta su una sedia a rotelle, l’ha presa in braccio e l’ha portata per 68 piani per salvarle la vita. Quando gli ho domandato perché l’ha fatto, invece di correre e salvare se stesso, mi ha risposto così “Rose se avessi lasciato questa donna là a morire non averi potuto più guardarmi allo specchio”. Tante persone, tante storie, tanti esempi di come noi siamo capaci di bene e possiamo lottare contro il male. 11 settembre ha cambiato completamente la mia vita. Dopo l’intervento per rimuovere il tumore al naso mi sono trasferita a Santa Marinella perché sapevo che aveva fama di aria pura e non volevo uscire da questo pianeta senza l’opportunità di studiare e imparare molto di più sulle civiltà antiche. Grazie a Dio il tumore non è ritornato e grazie a Dio ho potuto studiare la storia degli etruschi e dei romani e ho imparato molto della ricca eredità delle nostre civiltà. Ho creato una nuova vita studiando la vita degli antichi.
Ho potuto continuare a vivere la mia vita qua, professionalmente come professoressa, giornalista e musicista. Da padre russo e madre tedesca sono nata in America, alla Bruce Springsteen, “born in the Usa”, però adesso abito in Italia e sono una persona veramente globalizzata. La mia vita è molto più ricca, ho tanti amici italiani, ho visto Civitavecchia trasformarsi in un centro principale di commercio e turismo e diventare più bella, in particolare il lungomare. Grazie all’Italia ho trovato una nuova vita. Ogni tanto piango però sorrido tanto e la mia anima è guarita.
Dopo l’11 settembre come musicista ho assistito a molti funerali di poliziotti e vigili del fuoco. In America, in queste occasioni, la nostra tradizione è quella di suonare e cantare l’inno Amazing Grace. Amazing Grace è servito per portare senso di unità negli anni Sessanta, sostenendo il lavoro coraggioso di Martin Luther King. Ho suonato molte volte per commemorare le vittime dell’11 settembre, voglio finire adesso e condividere la gioia di Amazing Grace con tutti voi perché porta questo messaggio
“non si deve mai lasciare morire la speranza di poter cambiare se stessi e convertirsi all’amore, alla pace e alla generosità, e dare un contributo positivo alla nostra umanità. Terminerò con questi due versi:
“How sweet the sound. That saved a wretch like me! I once was lost, but now I am found. Was blind but now I see. Through many dangers, toils and snares I have already come; This Grace has brought me safe thus fare, And grace will lead me home”.
“Suono meraviglioso, che ha salvato un miserabile come me! Un tempo ero perso, ma ora mi sono itrovato.
Ero cieco ma ora vedo. Attraverso molti pericoli, fatiche e ostacoli, sono passato; La Grazia mi ha condotto
in salvo fino a qui, E la Grazia mi condurrà a casa”.
E mi ha portato a casa, qui con tutti voi. Grazie di cuore per questa commemorazione di questi giorni terribili dell’11 settembre 2001.
Grazie per l’appoggio che ha aiutato tutti noi a vincere le forze del male. Che Dio benedica tutti voi, le vostre famiglie, la vostra città e la vostra e la mia amata Italia.Vorrei dedicare questa canzone a voi e alle vittime dell’11 settembre.