LA PSICOLOGIA POSITIVA. di Alessandro Spampinato – 1^ parte

Quando si parla di psicoterapia o del concetto di cura si associa spesso l’idea di qualcosa che non va, di qualche sorta di danno su cui bisogna intervenire per riparare o aggiustare. Ma non è sempre così. A volte, a seconda delle persone e dei contesti, si può parlare non di correggere o modificare qualcosa che non va, ma di potenziare e sviluppare qualcosa che già si possiede ma che, per qualche ragione, non si è così consapevoli di avere. I concetti di risorsa personale e di potenziale umano diventano cardini di un sistema teorico chiamato “Psicologia Positiva”. Oggi c’è sempre più un crescente interesse, da parte dei professionisti della salute, al concetto di resilienza ovvero la capacità di affrontare, superare e addirittura uscire rinforzati dalle esperienze negative della vita. Più in dettaglio la resilienza è un termine che viene applicato in diversi campi come Psicologia, Informatica, Biologia, Ingegneria e, in generale, indica un qualcosa che riesce ad adattarsi ai cambiamenti. Deriva dal verbo latino resilio, che significa rimbalzare, saltare indietro. Indica quindi, in generale, l’essere resistenti e forti alla rottura, dunque la capacità di affrontare le avversità e superare i problemi. È la capacità di far fronte in maniera positiva agli avvenimenti traumatici, di riorganizzare positivamente la propria vita davanti alle difficoltà, di ricostruirsi restando sensibili alle opportunità positive che la vita offre senza perdere di vista la propria umanità. Sono persone resilienti quelle che, immerse in circostanze avverse, riescono, nonostante tutto e talvolta contro ogni previsione, a fronteggiare efficacemente le contrarietà, a dare nuovo slancio alla propria esistenza e persino a raggiungere mete importanti.

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