La miniera di Santa Barbara. A cura di Glauco Stracci – SSC

Nasce il Comune di Allumiere.

 

L’area del parco del Faggeto (ZSC) si estende per 100 ettari, comprende il Monte Urbano e il Poggio Elceto. Lo sfruttamento del territorio minerario inizia sotto il pontificato di Pio II, con la scoperta da parte di Giovanni di Castro dell’ alunite, con il primo appalto del 1461.

Dal minerale si ricavava l’allume, indispensabile come fissante per la tintura delle vesti. Il prodotto ebbe grandi commerci con Agostino Chigi nel XVI secolo. La coltivazione era tramite cave a cielo aperto, in particolare la Cava Grande è forse quella riportata in un dipinto (Musei Capitolini) del 1630, dal titolo “Le Allumiere di Tolfa”, del pittore Pietro da Cortona. La più grande cava fu la Gangalandi o Cavaccia, aperta nel 1725 a Nord del Faggeto, sarà intagliata in una parete per il deflusso idrico, con un progetto dell’architetto Navone nel 1779, il canale soprannominato il Traforetto, lungo m 200 esiste tuttora. Sul finire del XVIII secolo con la scoperta della sintesi chimica dell’allume, l’estrazione mineraria subisce un arresto. La Reverenda Camera Apostolica così, dal 1824 al 1870, decide di gestire in proprio le cave, affidandone il controllo al marchese Vincenzo Calabrini, tale autonomia portò, il 14 Giugno del 1826, papa Leone XII a costituire il comune autonomo di Allumiere, tale nome derivò dal gergo di indicare il villaggio di minatori, con le cave, come “le lumiere”, “la lumiera” o “le allumiere”. Dal 1867 con l’ingegnere Adolfo Klitsche de La Grange si comincia ad estrarre tramite gallerie sotterranee, passando così alla miniera. Con il Regno d’Italia, è venduto tutto il complesso alla “Societè finaciere de Paris”, mutata poi in “Compagnia generale dell’allume”, viene così aperto al Faggeto un saggio esplorativo verticale, di 50 m di profondità, denominato Pozzo Gustavo; questo, insieme alla Gangalandi, in seguito è impiegato come pozzo di areazione, vi si allacceranno le gallerie, denominate la Cesarina, il Ponte, le Masi e la Pichetta. Una galleria delle Masi cambierà il nome in Miniera di Santa Barbara, protettrice dei minatori e il complesso sistema di gallerie sarà indicato come Cantiere del Forno o Gangalandi.

Nel 1882 lo stabilimento per la produzione dell’allume è spostato a Civitavecchia, le miniere con lo stabilimento chiuderanno nel 1941.

G. STRACCI-SSC