Tarquinia ha celebrato la Festa della Repubblica. Sobria e con un programma diverso dal consueto, per permettere lo svolgimento dell’Infiorata del Corpus Domini, la commemorazione ha visto la deposizione di una corona d’alloro al busto di Domenico Emanuelli e l’inaugurazione presso l’ex Sala Capitolare degli Agostiniani, alla Barriera San Giusto, della mostra intitolata “I Presidenti della Repubblica: le istituzioni e i cittadini, l’Italia e l’Europa”. A seguire il corteo, accompagnato dal Corpo Bandistico “Giacomo Setaccioli”, ha percorso piazza Cavour e via Umberto I per arrivare a piazzale Luigi Dasti, dove si è svolta la commemorazione con la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai caduti, il discorso del sindaco Mauro Mazzola e l’esecuzione dell’Inno di Mameli. Presenti le autorità civili, militari e religiose, le associazioni combattentistiche d’arma, le organizzazioni sindacali e le associazioni di volontariato. «Il referendum del 1946 chiuse un periodo storico tra i più neri del nostro Paese. – ha affermato il primo cittadino – Il fanatismo, l’odio e la violenza della dittatura nazifascista ridussero alle macerie fisiche e morali l’Italia. La Repubblica non fu soltanto un cambiamento di forma di governo ma rappresentò qualcosa di più profondo e di più sostanziale: il rinnovamento sociale e morale di un popolo». Molti i riferimenti all’attualità: dalla violenza sulle donne definita «tra le peggiori vergogne della società e un attacco continuo al sistema di valori su cui si fonda» alla crisi economica che va affrontata guardando ai giovani «attraverso la promozione di una migliore educazione e formazione e gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica» e «ai tantissimi cittadini di oltre 40 anni che, per la crisi, si sono ritrovati disoccupati». Infine un apprezzamento alla linea di sobrietà scelta dal Quirinale per la Festa della Repubblica e all’iniziativa del Governo di tagliare i costi della politica. «Atti che non devono rimanere isolati ma devono aprire la via a un cambiamento più generale, senza demagogia e populismo. – ha concluso il sindaco Mazzola – L’astensionismo alle elezioni amministrative ha evidenziato la profonda delusione e la disillusione dei cittadini. E un popolo senza speranza è un popolo senza futuro».
