Le origini della borragine non sono ben definite. Si tratta di una pianta tipicamente orientale, successivamente introdotta e diffusa in occidente. Nella medicina popolare antica venivano utilizzate le foglie e le sommità fiorite, per abbassare febbre e calmare la tosse secca. Era nota anche come diuretico ed emolliente per i tessuti molli, in virtù delle mucillagini. Presso gli antichi romani il vino alla borragine era ritenuto un antidoto alla tristezza: la parola Celtica “borrach”, infatti, significa “coraggio” e la borragine, aggiunta al vino, veniva usata anche dai Celti per dare coraggio ai guerrieri nell’affrontare i nemici in battaglia. Gli antichi Greci, invece, la usavano per curare i mal di testa da sbronza. La borragine incoraggia anche l’allegria: era tradizionalmente usata per decorare le case in occasione di matrimoni. Il nome gallese per la borragine, “llawenlys”, significa, infatti, “erba della contentezza”.  È una pianta molto comune, reperibile da maggio a settembre e si ritrova ovunque con i suoi magnifici fiori blu dagli stami quasi neri: nei prati incolti, nei bordi delle strade, lungo i muretti, nei giardini, tra le macerie, ecc. fino a 1000 m di altitudine. Deve essere raccolta quando le foglie sono ancora giovani e non completamente ricoperte dalla “peluria”. Cresce e può essere coltivata sia nelle zone pianeggianti che in quelle collinari, purché il clima vanti temperature medie annue moderate, ma con una stagione invernale ben definita e piogge ben distribuite nell’anno. La borragine è un alimento estremamente diffuso nella tradizione culinaria Italiana. Oltre a rappresentare un’erba aromatica dallo spiccato gusto (ed aroma) di cetriolo, la borragine va a costituire una vera e propria “erba cotta”. Raramente è impiegata cruda e, in ogni caso, se ne prediligono solo le piccole foglioline giovani (meno pelose di quelle grandi). Assieme alla pimpinella e al crescione, aromatizza con successo le insalate verdi estive. Da cotta, la borragine può essere impiegata in mille modi; come cicoria, cime di rapa, agretti o barba di frate, bietole, tarassaco, ecc. la borragine si presta alla formulazione dei contorni noti come “erba cotta”. Da sola o in associazione alle suddette, deve essere bollita in acqua calda (per eliminare la peluria), scolata accuratamente (alcuni la strizzano ma personalmente sconsiglio di privarla del succo) e consumata al naturale o ripassata in padella con aglio o limone. La borragine cotta è frequentemente impiegata nel ripieno dei tortelli, nel sugo di accompagnamento per certi primi piatti o nel fondo di cottura di alcune pietanze (come gli arrosti). L’olio ricavato per estrazione dai semi è ricchissimo di omega 6, in particolare di acido gamma-linolenico, dotato di proprietà antinfiammatorie ed indicato nelle patologie dermatologiche a componente allergica. La borragine (foglie e fiori) viene tradizionalmente utilizzata in erboristeria sotto forma di decotto o infuso. Pare che le sue caratteristiche prevalenti siano depurative, diuretiche e disintossicanti; alcuni riferiscono anche un eventuale effetto pro-sudorifero. Contiene pochissime calorie. Contiene fitoestrogeni che aiutano ad aumentare il latte materno nelle puerpere e per regolare la funzione ormonale. La borragine è ricca di minerali essenziali quali calcio e potassio, acido palmitico e tannini, e acidi grassi essenziali Omega 6 ,acido gammalinoleico e acido linoleiconecessari a una corretta funzione cardiovascolare e a mantenere pelle e unghie sane; grassi, lipidi e proteine sono presenti in basse quantità e non si possiedono informazioni dettagliate sull’apporto di fibra alimentare.

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