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Il 17 Novembre 2017, alle ore 17.00, la sezione “Etruria” dell’ Associazione Nazionale Italia Nostra Onlus e il Comitato per il diritto alla mobilità di Tarquinia organizzano un incontro pubblico sul tema della SS 675 Orte – Civitavecchia dal titolo: “Quale strada possibile” presso la ex Sala Capitolare degli Agostiniani di San Marco, barriera, San Giusto, a Tarquinia

La scaletta prevede l’intervento del Presidente di Italia Nostra Lazio Ebe Giacometti, della Deputata Federica Daga e del Dr. Daniele  Natili del Gruppo d’Intervento Giuridico Onlus.

Interverranno inoltre Associazioni  e Comitati.

L’incontro proseguirà alle ore 19.00 con un dibattito pubblico.

Moderatore dell’incontro:  Dott. Nicola Buonaiuto.

Sono stati invitati il Sindaco di Tarquinia, i consiglieri e gli assessori del Comune di Tarquinia.

Lo scopo dell’incontro è quello di ri-portare il “dibattito pubblico” sul tema delle grandi opere, in questo caso sul progetto a cura di ANAS spa, per il completamento della trasversale Orte – Civitavecchia, nella Valle del Mignone.

Quale strada possibile per la tutela del territorio?

Fondamentale per noi rilanciare il tema della tutela ambientale e della biodiversità, perché la valle del Mignone rappresenta uno dei tanti tasselli che, in un quadro globale, concorrono alla conservazione della Terra.

Peccato però che il governo voglia andare avanti con il progetto Anas, bocciato ben due volte dalla CTvia, con un giudizio tecnico negativo, che afferma come “non sia possibile elaborare eventuali prescrizioni e misure di mitigazione, per la variante progettuale costituita dal tracciato cosiddetto ‘verde’ […] in quanto gli impatti ambientali che si configurano dall’analisi della documentazione fornita dal proponente sono tali da non poter essere mitigati”.

Ora cosa succederà?

La politica vorrà forzare la mano oltre ogni ragionevole buon senso?

Anche contro ogni evidenza tecnico scientifica rilevata non da pareri di parte (per quanto legittimi) ma dal massimo organismo tecnico nazionale chiamato da precise normative alla valutazione della compatibilità ambientale delle grandi opere?

Il nuovo parere della CTVIA, infatti, non ribadisce semplicemente il no ma, come importantissimo elemento di novità, afferma che “gli impatti non possono essere né mitigati né compensati, nemmeno tramite le più severe, stringenti e costose prescrizioni ambientali”.

Durante l’incontro pubblico sarà proiettato un breve video che metterà in discussione la scelta del tracciato verde nella Valle del Mignone  e la sua supposta economicità del tracciato verde, come elemento prevalente di tale scelta.

La questione costi ha infatti rappresentato, in passato, la leva per proporre nella valle del Mignone un tracciato, appunto, meno costoso (cosiddetto “low cost”).

Anche su questo la Commissione, invece, spiega, che ad oggi non è possibile valutare in modo adeguato “né il costo definitivo né i tempi di realizzazione del tracciato “verde” […] in particolare anche per gli oneri imposti dal non rispetto delle direttive europee a tutela delle aree “Natura 2000”.

Ormai, pur essendo evidente il vizio d’origine rappresentato dalla scelta di puntare sul tracciato sbagliato (e come ormai dimostrato neanche tanto “low cost”), andare avanti potrebbe rappresentare l’unica possibilità per evitare di perdere la faccia a livello politico-istituzionale, indicando ancora una volta il completamento, dichiarato (sempre dalla politica) necessario, improcrastinabile e cavalcato come un ottimo spot per raccogliere consenso.

Il dibattito proposto dall’incontro pubblico vuole creare le condizioni per un confronto ispirato a quel débat public alla Francese, che si realizza nella fase della procedura di sviluppo dei grandi progetti di infrastruttura, per permettere ai cittadini di informarsi e di esprimere il loro punto di vista sulle interazioni e sulle conseguenze dei progetti.

Un dibattito pubblico che il nostro governo non ha mai voluto, fin dai tempi della famigerata Legge obiettivo che lo escludeva a priori.

L’iter del progetto per il completamento della SS 675 si è concluso con un no del territorio di Tarquinia e con due pesantissimi pareri negativi di un Ministero.

Quale strada possibile proporranno i comitati e le associazioni ambientaliste che da anni si battono per il no al tracciato verde?

 

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