Inceneritore, il Comitato S.O.L.E. scrive al Presidente della Regione Lazio Zingaretti e all’Assessore Valeriani

LETTERA APERTA sul Procedimento di Valutazione di Impatto Ambientale del progetto “Impianto di recupero Energetico di Tarquinia (VT)” ubicato nel Comune di Tarquinia, località Pian d’Organi – Pian dei Cipressi proposto da  A2A AMBIENTE S.p.A.

 

Con comunicazione della Regione Lazio la Conferenza dei Servizi relativa al procedimento VIA dell’inceneritore A2A di Tarquinia, prevista per oggi 5 marzo, in prima seduta, è stata annullata “per motivi precauzionali”.

I comitati di Tarquinia e Civitavecchia erano pronti a partire con i pullman prenotati per manifestare sotto la Regione e per impedire che fosse perpetrato questo ulteriore delitto contro la popolazione, l’ambiente, la salute, l’economia del comprensorio.

Ci saremmo andati in tanti, dopo aver presentato centinaia di motivi di opposizione, per denunciare, in apertura della Conferenza di servizi, l’assurdità della  situazione, per cui, nonostante il piano regionale di gestione dei rifiuti vigente e quello in approvazione non prevedano nuovi impianti di incenerimento, nonostante la contrarietà espressa dai sindaci e le delibere di tutti i comuni interessati, nonostante l’ordine del giorno di contrarietà approvato dal Consiglio Regionale del 20/11/2019 all’unanimità, come continui ad andare avanti, sostenuto da motivazioni meramente formali, un procedimento per autorizzare un impianto contro cui tutta la popolazione del territorio è assolutamente contraria. 

Il Presidente Zingaretti e l’Assessore Valeriani trovino il modo di chiudere rapidamente e definitivamente questa brutta faccenda perché, come sanno, proprio in questi giorni è stato approvato dal Consiglio Regionale, su proposta di alcuni consiglieri regionali del territorio, il provvedimento normativo che sancisce il divieto esplicito  di installazione di nuovi inceneritori qualora non siano espressamente previsti dal vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, chiarendo, inoltre che detto divieto “si applica anche ai procedimenti di autorizzazione pendenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione.”. Non sfuggirà, peraltro, che realizzare un impianto in grado di trattare la quantità enorme di 540 mila tonnellate di rifiuti determinerebbe da solo la “politica” regionale dei rifiuti, nei fatti squilibrata a favore dell’incenerimento, anziché basata sulla separazione e recupero dei materiali, come ci prescrivono le più aggiornate e virtuose normative nazionali ed europee.

Chiediamo allora perché, nonostante la legge regionale appena approvata, il procedimento non viene sospeso e dichiarato improcedibile? Cosa si aspetta a mettere fine a questo incredibile scandalo di procedimento che rischia di diventare un’autorizzazione criminale?

Comitato S.O.L.E.