Il sipario del Teatro Taj Lucìa domenica 27 marzo alle ore 19:00 si aprirà su uno spettacolo definito irresistibile e imperdibile: “Le donne del Commendatore” scritto e interpretato da Stefania Ventura per la regia di Gino Matrunola.
Nel testo teatrale si focalizzano i personaggi femminili dei copioni scritti da Eduardo Scarpetta nei primi del ‘900 fino ad arrivare alle donne degli anni ’40/‘50 dei Fratelli De Filippo (Titina, Peppino; Eduardo). La scrittura prende spunto da “L’amico di papà di Scarpetta – Quaranta ma non li dimostra” di Peppino De Filippo, “Ma c’è papà” di Titina e Peppino De Filippo, “La fortuna di nascere a Napoli” di Luigi De Filippo e “Natale in casa Cupiello” di Edoardo De Filippo.
A condurre il gioco / dialogo immaginifico è un bizzarro personaggio femminile napoletano degli anni ‘80 (ragazza dei bassi che aspira al successo mediatico), creato dalla penna dell’ultimo erede della dinastia Scarpetta / De Filippo: Luigi De Filippo. Nel gioco teatrale i personaggi fuoriescono dai loro copioni originali e non parlano più con le parole dei loro autori, ma in una forma di ribellione, rispetto alla vita difficile che hanno condotto nei suddetti, raccontano a parole proprie i loro disagi e come desidererebbero fossero cambiati i finali delle commedie a cui appartengono.
Da Scarpetta ai Fratelli De Filippo, gli autori, osservano le dinamiche psicologiche, che muovono l’agire e l’essere delle donne nel loro mondo contemporaneo: inevitabilmente gli stessi hanno assunto un punto di vista maschilista, rispecchiando, in un certo senso, quello che era il sentire comune nel ventennio fascista: la donna era ‘fissata’ nello spazio limitante delle quattro mura domestiche, nel suo ruolo di sposa e madre esemplare, angelo del focolare, cui erano preclusi ‘altri varchi’, altre uscite nel mondo. Nel secondo dopoguerra i personaggi femminili sono donne leggermente più forti, che appaiono deboli agli occhi del familiari maschi soltanto perché, a differenza del maschio, si mettono continuamente in gioco: non vogliono rinunciare a quei turbamenti, a quelle incertezze, alle sensibilità, a tutte quelle peculiarità che marcano la loro profonda differenza. Donne mature che sanno rinunciare, se necessario per l’equilibrio del loro microcosmo familiare, oltre che all’amore, all’assunzione di un ‘punto di vista’ meramente femminista, al loro pieno potere.

Prenotazioni al 328 1224154.

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