“Mi dica dottore, come mai più capisco come funzionano le cose e le persone e più mi sento triste, amareggiata e delusa? La consapevolezza non dovrebbe postare alla felicità?”. Questa è una delle domande veramente toste cui uno psicologo è sottoposto quotidianamente dai suoi pazienti in analisi. Ammesso che ci sono diversi stadi e livelli di consapevolezza, personalmente penso che essa, all’inizio, sia accompagnata da un senso profondo di delusione. La delusione è il primo sintomo di un risveglio interiore nei confronti della vita. D’altronde deludere viene dal latino deludĕre che vuol dire: «prendersi gioco». Ludus vuol dire: «gioco» e quindi esprime l’dea di rendere vane le speranze, venire meno all’aspettativa di qualcuno e del prendersi gioco di. Quando ci si sveglia si esce dal sogno, dall’illusione che è il gioco della vita. Pensiamo a quando da piccoli credevamo a Babbo natale o alla Befana e al momento in cui abbiamo preso coscienza che si trattava dei nostri genitori. Così è un po’ per tutte le esperienze della vita come la scuola, lo sport, il lavoro, la politica, l’arte e lo spettacolo, il matrimonio e alla fine dei giochi, appunto, la vita stessa. Da ragazzi avevamo i nostri idoli che potevano essere la band rock del momento, il calciatore più bravo o un rivoluzionario, un filosofo o uno scrittore, ecc. Poi si cresce, magari si arriva anche a conoscere personalmente queste persone o a occuparsi di cultura, di arte, di politica e si rimane profondamente e tristemente delusi. La delusione ha a che fare anche con il sentirsi traditi. Così quando i genitori o gli insegnanti a scuola a cui credevamo perché erano i nostri punti di riferimento e volevamo loro bene ci dicevano: “impegnati, studia, metticela tutta e vedrai che diventerai qualcuno… dai il meglio di te e sarai premiato… comportati bene e sarai rispettato… ecc.” e poi ci siamo accorti che sostanzialmente non glie ne frega niente a nessuno e che le logiche della politica, dell’economia e del lavoro sono tutto tranne che meritocratiche, cosa abbiamo provato? Delusione, perché ci hanno ingannati e traditi! La presa di coscienza di come funzionano le cose e le persone comporta il confrontarsi con le illusioni che hanno caratterizzato la nostra infanzia. La delusione compare quando l’illusione scompare! Cos’è l’illusione? Illùdere viene dal latino illudĕre che vuol dire «deridere, farsi beffe, scherzare». Può anche voler dire: “ingannare, attrarre a sé o suscitare vane speranze presentandosi con falso aspetto, oppure facendo apparire le cose migliori di ciò che sono in realtà o più rispondenti al desiderio e alle attese. Ma anche ingannarsi, concepire vane speranze, soprattutto per una inesatta e troppo ottimistica valutazione di fatti, cose o persone.” Ecco qui il gioco, da piccoli ci spingono ad entrare nella tana del bianconiglio come fece Alice e così ci troviamo nel nostro paese delle meraviglie: Babbo Natale, la Befana, i bei voti a scuola, il vestirsi bene, il comportarsi bene per essere apprezzati, riconosciuti fino anche all’essere amati perché bravi, belli, buoni, capaci… ma tutto questo è un’illusione, l’inganno è sottile soprattutto perché alimentato da chi volgiamo bene per natura e per istinto. Nel paese delle meraviglie ci sono traditori, personaggi malvagi, biechi e meschini che offendono e feriscono il nostro cuore bambino. Tutto questo, proprio come per Alice, concorre a farci crescere, a maturare e a definirci come persone, come individui. Il tradimento e la delusione ci fanno uscire dall’illusione e ci mettono in contatto con la realtà e ci insegnano a conoscere noi stessi, gli altri e la vita in modo razionale e più scientifico e questo è l’inizio di una vita più libera, sana e interessante. Questo è il primo stadio della consapevolezza.

Alessandro Spampinato

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