“Una condotta difensiva, che si alimenta di riserve, di preoccupazioni, di opposizioni avanzate a difesa dalla presunta invadenza dell’altro, che proietta nel sociale l’egoismo proprio della sfera individuale, non è certamente il massimo che un consorzio civile può esprimere. Sembra situarsi ad un livello decisamente più alto un atteggiamento più aperto, solidale, all’altezza dei tempi, e se vogliamo anche più pratico quando – come nel caso in esame – siamo chiamati ad esprimere concretamente il nostro senso di responsabilità.
Per tale premessa, l’allestimento di un CARA a Civitavecchia, al di là dei timori pure comprensibili che suscita, deve essere visto nella sua ampiezza, e nell’interezza delle sue implicazioni, non necessariamente negative. Non quindi CARA come l’ennesima servitù che il governo centrale impone alla città, ma come un’opportunità di crescita e di adeguamento a nuove e più complesse esigenze.  Se però adottiamo un’ottica del genere, l’insediamento deve essere accompagnato da una serie di condizioni.
L’amministrazione comunale nel suo complesso deve continuare a pronunciarsi a favore di questo insediamento, e ottenere dal Governo tutte le garanzie necessarie perché il progetto che ne consegue sia improntato all’accoglienza e all’integrazione, che costituiscono gli elementi imprescindibili di tutela dei cittadini. La sicurezza deve essere un obiettivo di primaria importanza sia sotto l’aspetto dell’ordine pubblico e della salvaguardia dell’incolumità personale che sotto il riguardo della salute e dell’igiene. E su questi aspetti dell’operazione non si dovrà transigere: devono essere sfruttate appieno anche le maggiori garanzie offerte da un ammodernamento in atto delle forze di polizia sempre più basato sulla cosiddetta digitalizzazione. Un principio, che a quanto andiamo apprendendo, si va facendo strada anche in campo sanitario, come telemedicina, con buone possibilità di applicazioni anche nella nostra azienda sanitaria e a supporto dei richiedenti asilo. E’ chiaro che una disponibilità del genere da parte dell’autorità locale dovrà costituire l’occasione per ottenere dal potere centrale, come contropartita,  una congrua assegnazione di finanziamenti di cui potrebbe avvantaggiarsi l’asfittica economia cittadina che sta attraversando un momento di particolare difficoltà. Deve insomma trattarsi di  un progetto dagli aspetti diversi e complementari, rivolto sì a ristrutturare la caserma perché possa accogliere i nuovi ospiti, ma anche a migliorare la  città stessa.
Vogliamo infine ricordare l’inconciliabilità di un rifiuto di accoglienza con un fatto degno della  massima considerazione: Civitavecchia è insignita della medaglia d’oro al valor civile, e ciò non può non assumere un preciso significato nella circostanza di un evento di natura addirittura planetaria come l’immigrazione, che sta purtroppo contrassegnando la nostra epoca”.

Comunicato del Consiglio Direttivo Il Trittico Civitavecchia.

 

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