Cosa distingue l’Uomo dagli Animali? (Rubrica a cura di Alessandro Spampinato)

Più la scienza conosce la struttura dell’uomo e della natura e più sorgono domande interessanti e profonde. Ad esempio, le analisi sulle differenza delle sequenze di DNA di uomo e scimpanzé hanno mostrato che le due specie sono approssimativamente identiche al 98,5 per cento, eppure nessuno direbbe che siamo lontanamente simili.
Altri studi hanno dimostrato che quantitativamente l’acqua è il costituente principale dell’organismo. In un uomo adulto di taglia media (70 Kg) rappresenta approssimativamente il 65% del peso corporeo, cioè circa 40 Kg. Nel neonato la percentuale è del 75%. Siamo fatti per la maggior parte di acqua!
Anche le meduse hanno il corpo composto principalmente da acqua, circa il 98%, proprio come le nuvole, ma una medusa non è una nuvola!
Acqua, sali minerali, carbonio, ecc. in quantità e con legami diversi generano strutture fisiche incredibilmente differenti. Se poi pensiamo alle capacità cognitive e psichiche le domande fanno quasi paura, il mistero ci affaccia ancora di più su un abisso.
Sta di fatto che, nonostante siamo fatti al 65% di acqua e abbiamo il 98,5% di DNA in comune con lo scimpanzé abbiamo delle unicità e delle specificità che ci distinguono e ci rendono esseri umani. Esse sono numerosissime, in un articolo sarebbe impossibile vederle tutte, per questo ne cito solo alcune, le più importanti. Ciò che principalmente distingue l’uomo dagli animali è la ragione. Essa è la facoltà per mezzo della quale si esercita il pensiero, soprattutto quello rivolto ad argomenti astratti. È stato dimostrato che questo esercizio produce un aumento delle connessioni neurali e dell’attività di specifiche aree del cervello. A livello psicologico genera consapevolezza, ovvero la percezione e la reazione cognitiva al verificarsi di una certa condizione o di un evento, e autoconsapevolezza che è definibile come l’attività riflessiva del pensiero con cui l’io diventa cosciente di sé. E’ un’attività riflessiva da cui si può avviare un processo di introspezione rivolto alla conoscenza degli aspetti più profondi dell’essere.
Inoltre, con l’esercizio della ragione, la consapevolezza e l’autoconsapevolezza sviluppano la coscienza che noi siamo. Il termine coscienza deriva dal latino conscientia, a sua volta derivato di conscire, cioè “essere consapevole, conoscere” (composto da cum e scire, “sapere, conoscere”) e indica la consapevolezza che la persona ha di sé e dei propri contenuti mentali.
Come tutto questo possa derivare dal DNA e dall’acqua è ancora un mistero, ma le cose stanno così. Siamo dei composti chimici, fatti di materia, ma la nostra vita è impostata su concetti quali: realizzazione, ricerca di senso, bene-male, verità, giustizia, creatività, amore, ecc. Gli effetti della coscienza, della ragione e del linguaggio ci proiettano in un’esistenza mentale fatta di idee, credenze, valori, opinioni e modelli sociali culturali e religiosi.
L’uomo, ancora oggi, è un mistero, per questo affidarci a schemi e modelli che spiegano a priori tutto è pericoloso e spesso ingannevole. La scienza ci aiuta molto a restare ricercatori dalla mente aperta e a sospendere giudizi e risposte certe. Per questo un famoso psicologo, Carl Gustav Jung, dice: “Rendi cosciente l’inconscio, altrimenti sarà l’inconscio a guidare la tua vita e tu lo chiamerai destino”. Solo l’esercizio della ragione ci permette di capire e evolvere nella coscienza lasciandoci uomini liberi e ricercatori della verità, perché gli inganni culturali e morali rischiano di lasciarci nell’illusione di sapere chi siamo e che senso ha la nostra vita. Abituati come siamo a far finta di sapere tutto tornare bambini di fronte al mistero della vita ci fa paura. Sempre Jung dice: “ Non c’è presa di coscienza senza sofferenza. La gente arriva ai limiti dell’assurdo per evitare di confrontarsi con la propria anima. Non si raggiunge l’illuminazione immaginando figure di luce, ma portando alla coscienza l’oscurità interiore. Chi guarda fuori sogna, chi guarda dentro si sveglia”. La consapevolezza restituisce all’uomo il libero arbitrio che e’ la facoltà di scegliere nella vita. Senza consapevolezza la vita e’ ripetizione di schemi di pensiero e di azione, e’ abitudine e automatismo, è inganno e superstizione. Manteniamo viva e sveglia la nostra ragione!

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