Il consiglio direttivo del Partito Socialista interviene sulla Frasca. “Guardiamo con rispetto alle istituzioni e teniamo nella debita considerazione la grossa responsabilità che grava su chi governa l’ente locale. Abbiamo presenti le oggettive difficoltà della situazione, ma siamo anche consapevoli che nessuna giunta ha mai avuto la ventura di amministrare in condizioni felici. Per tali ragioni esponiamo quanto segue.
In un regime di democrazia pluralista quale l’attuale le forze politiche e i gruppi di pressione sono legittimati, è vero, a confrontarsi nei modi ritenuti più idonei alla conquista e al mantenimento del potere. Pensiamo però che non debbano mai abbandonare la prospettiva di un graduale passaggio dall’antagonismo all’integrazione, che presuppone non solo l’abolizione dei conflitti ma anche lo sviluppo della solidarietà reciproca. Tra le armi palesi della contesa la più usata è l’informazione, che però, essendo un’attività d‘impresa, obbedisce a logiche che le sono proprie e non sempre riesce a dare il senso degli avvenimenti e a fornire notizie che siano nel contempo corrette, esaustive, attrattive presso i lettori, gli ascoltatori e i telespettatori. Per cui la verità dei fatti talora ne scapita.
Come è accaduto con i tanti recenti resoconti dedicati a La Frasca. Tanti resoconti che poi troppi non sono se si considera che la località è il polmone verde del litorale nord di Civitavecchia, conserva un pregio ambientale, naturalistico e archeologico straordinario, e che la sua valorizzazione è sempre stata l’aspirazione più grande dei concittadini.
Nel caso, i riflettori dell’informazione sono stati puntati sulla “scoperta” ad opera dell’attuale amministrazione di un presunto, ennesimo e pregresso caso di abuso che riguarda il trasferimento di proprietà dall’Arsial alla cooperativa campeggiatori dell’area che essa occupa coi suoi impianti. Si è avanzata ripetutamente l’ipotesi di un’assoluta illegalità di detta compravendita, e si è riferito a iosa circa l’avvio di un’inchiesta giudiziaria e dell’esistenza di inquisiti. Il responsabile della cooperativa ha offerto la sua versione dei fatti e respinto ogni accusa. E nel merito della questione non intendiamo entrare.
E’ stata poi tirata in ballo la delibera comunale del 22 novembre 2013, ma unicamente per collegarla alla ipotesi di esistenza del reato di cui sopra, non invece, e questa è la carenza maggiormente avvertita, per illustrare il suo contenuto, e cioè che con essa il Comune di Civitavecchia, facendosi per l’appunto interprete delle inappagate attese dei concittadini alle quali prima si accennava, ha ottenuto dall’ Arsial una risposta positiva alla sua richiesta di acquisire alla città la porzione di pineta libera e più vicina alla città, quella in effetti maggiormente frequentata. Pineta che può transitare alla città in comodato d’uso non oneroso ventennale affinché vi effettui gli interventi utili a restituirla ai cittadini radicalmente migliorata e fruibile. La delibera costituisce il sì formalizzato del Comune all’atto di affidamento sottopostogli dall’azienda regionale. E’ da dire che il processo di acquisizione attendeva di avere un seguito ad opera del commissario prefettizio e dalla giunta attuale. A distanza di quasi un anno e mezzo dall’adozione della delibera ancora non sappiamo come la cosa sia stata gestita, quali sviluppi vi siano stati. Questa seconda e interessante parte del discorso, suscettibile di aprire prospettive veramente importanti sul piano dello svago, dello sport, del turismo e della cultura non è stata sviluppata. E’ rimasta solo la prima parte”.