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Si è svolta stamattina la celebrazione dell’anniversario dell’attentato alle Torri Gemelle che l’11 settembre del 2001 sconvolse non solo la città di New York e gli Stati Uniti d’America, ma tutto il mondo. Una tragedia che ha provocato morte e distruzione e che la città di Civitavecchia ha voluto ricordare per non dimenticare quanto male può fare un uomo a un altro uomo, a un suo simile. Presso il parco del Pincio si sono riuniti i rappresentanti dell’amministrazione comunale, il sindaco Tidei, il presidente del consiglio comunale Piendibene, l’assessore Leopardo, le forze dell’ordine e i vigili del fuoco e due americani, una testimone, Rose Lee Hayden e l’addetto culturale dell’ambasciata statunitense Nicholas J Giacobbe Jr.

«Dopo 12 anni – ha esordito il primo cittadino – siamo ancora molto vicini all’America nel ricordo di questa tragedia. Siamo uniti per sconfiggere ogni forma di estremismo e di terrorismo». Dopo Tidei è stato il turno della signora Hayden, testimone dell’evento che inseguito a un tumore, ha deciso di trasferirsi in Italia e ora vive a Santa Marinella. Il racconto di Rose Lee Hayden è stato toccante ed emozionante, da cui è emerso il dolore che ha ferito l’America e al tempo stesso il senso di unità sentito dal popolo intero. Al ricordo della tragedia ha partecipato anche l’ispettore dei Vigili del Fuoco, Silvano Paperini. «Il suono della campana ci dice che dobbiamo intervenire per aiutare qualcuno e ci da la forza per andare verso un luogo da dove gli altri scappano. Il ricordo dei colleghi persi sul lavoro rafforza la consapevolezza di non sottovalutare le situazioni che ci troviamo di fronte». La celebrazione che si è svolta stamani per il rappresentante dell’ambasciata americana Nicholas Giacobbe è «un evento diventato una tradizione per Civitavecchia, che da 12 anni rievoca questo doloroso ricordo per tutti noi. Mi unisco al messaggio lanciato dal presidente Obama in cui invitava a celebrare questo anniversario unendo diverse comunità religiose. Questo perché insieme ai cittadini americani anche gli altri popoli del mondo rendono omaggio alle vittime».

Infine ha preso la parola Don Cono Firinga per la benedizione. «Non c’è bisogno di fare la benedizione – ha esordito il sacerdote – perché siamo già benedetti da Dio per essere qui oggi a ricordare questo tragico evento». Don Cono poi ha letto la preghiera recitata da Papa Benedetto XVI a Ground Zero, in occasione della visita a New York. Infine, un rappresentante dei Vigili del Fuoco ha recitato la preghiera del corpo. Sulla targa in memoria di quel tragico episodio è stato posto un omaggio floreale in ricordo delle vittime.

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