Il documento votato a maggioranza dalla direzione del circolo di Civitavecchia, boccia l’attuale operato del presidente dell’Authority.
Come si evince, il Porto doveva costituire un volano per lo sviluppo dell’economica locale, dedito ad incrementare l’occupazione.Gli stessi dati Istat parlano chiaramente e confermano la crescita esponenziale della disoccupazione civitavecchiese. La direzione di Civitavecchia con questo documento condivide e sostiene le azioni intraprese dai deputati e senatori Dem e da altri esponenti del Pd in seno alla Regione Lazio, dimostrando continuità di intenti. Tante le criticità evidenziate, per questo il Pd ritiene non proponibile l’attuale Presidenza, avvenuta ad opera del centrodestra, per una riconferma.

“Le politiche portuali meritano un ruolo di assoluta centralità, non solo in ordine al territorio di pertinenza, ma per l’intera regione; in questo senso la Regione Lazio deve assumere, con sempre maggiore forza, la consapevolezza del ruolo che può svolgere la portualità al fine di un rilancio dell’intera economia. Non si può affrontare un tema così complesso scivolando, per ragioni contingenti o di pura opportunità, verso una dimensione semplificata. Si deve, in premessa, non smarrire due aspetti: il primo è relativo alla essenziale funzione svolta, negli anni, dalle istituzioni di governo territoriale e dalle forze sociali; il secondo riguarda la scelta non scontata di trasformare, ampliandola, la circoscrizione della Autorità Portuale. Per quanto attiene alla prima questione non deve andare perduta la memoria storica delle battaglie condotte, in particolare sul territorio di Civitavecchia, per creare le condizioni affinchè si potesse creare lo sviluppo successivo. Visioni distorte o strumentali di quello che è stato uno sforzo collettivo di una intera comunità tendono ad attribuire meriti e responsabilità ad azioni meramente individuali. Una lettura storica spinge verso una analisi non personalistica delle azioni positive che si intrapresero. La scelta di ampliare i confini della Autorità Portuale discese da una valutazione politica in ordine ai flussi di traffico marittimo, alle rotte commerciali e turistiche e alla esigenza che, nel quadro di una crescente globalizzazione del mercato, si dovesse superare la dimensione strettamente localistica;si trattava di offrire, in una ottica di positiva competizione internazionale, una piattaforma al centro del Mediterraneo in grado di offrire all’utenza marittima nuovi spazi, specializzazione ed efficienza. L’obiettivo dichiarato delle molte battaglie e delle misure di ampliamento territoriale è sempre stato quello di aumentare le opportunità occupazionali e di realizzare opportune sinergie economiche con il territorio. Mancato sviluppo economico ed occupazionale Si può tentare di tracciare un bilancio per verificare se gli obiettivi sono stai colti ed in che misura. L’analisi non appare semplice sia per i molti elementi utili che andrebbero incrociati sia perché, molto spesso, anche le informazioni ufficiali hanno necessità di essere lette nella loro profondità per evitare errori, talvolta anche indotti dai criteri usati per raccogliere e confezionare i dati. In termini generali, l’insieme della Autorità Portuale ha vissuto una forte pressione in direzione di una sua crescita alla quale non ha però corrisposto uno sviluppo né economico né occupazionale. 2 Soprattutto nel Porto di Civitavecchia, per corrispondere alle aspettative di un traffico crocieristico in crescita, si sono approntate nuove banchine e nuovi spazi, così come altre opere sono state realizzate per ospitare il traffico del carbone della Centrale di Torre Valdaliga Nord. Civitavecchia è quindi divenuta, negli anni, il principale Porto italiano per traffico di passeggeri. Lo squilibrio delle principali correnti di traffico ha pesato negativamente sulla economia territoriale. Non abbiamo cioè stimolato come sarebbe stato opportuno il traffico commerciale che è rimasto sempre più marginale. I dati in questo senso ci dicono di una progressiva riduzione della movimentazione delle merci. Dunque, mentre le persone entrano sul nostro territorio, prevalentemente per recarsi a Roma, le merci non arrivano. I circa quattro-cinque milioni di passeggeri in transito costituiscono per il territorio un formidabile impatto ambientale la cui dimensione non è stata studiata a sufficienza, ma che è intuibile se si considera il gigantismo navale che nel settore si è affermato per ragioni eminentemente economiche. Inquinamento e Ambiente L’inquinamento, per questa ingombrante presenza, si somma con effetti fortemente dannosi per la salute, con i residui della combustione per la produzione di energia elettrica. Ad oggi non si sono adottati opportuni ed urgenti provvedimenti a salvaguardia dell’ambiente e della salute. Crocierismo e opportunità mancate Vi è da considerare come il crocierismo non sia stata una opportunità che abbia in alcun modo premiato in maniera significativa l’occupazione e la ricchezza locale. Le ricadute di questo traffico sono risibili. Ancora di più se poste a confronto con la dimensione territoriale messa al servizio delle compagnie armatoriali. Nessuna azione positiva ha avuto seguito per promuovere una adeguata cultura marinara che potesse incentivare l’occupazione marittima. Nessun accordo stipulato con gli armatori per indirizzare i giovani della Regione Lazio verso un lavoro marittimo che potrebbe rappresentare uno sbocco di grande interesse. Il Porto di Civitavecchia ospita a volte vettori marittimi che impiegano qualche decina di migliaia di addetti mentre i lavoratori provenienti dal nostro territorio non si contano nemmeno nell’ ordine di qualche unità. Per il necessario approvvigionamento delle navi nulla o quasi proviene dall’agroalimentare di una zona, come la nostra, che pure è ricca di prodotti. Si tratterebbe di prodotti a km zero di alta qualità e di costo adeguato, ma che evidentemente avrebbero necessità di politiche di sostegno che sono mancate. Il settore commerciale vive così un decremento crescente. 3 Merci: lontani dalle vere potenzialità Spazi portuali rilevanti sono ancora occupati da chi promette, ormai da molti anni, uno sviluppo nella movimentazione dei container che è ben lontano dai numeri che sarebbero congrui per un Porto che ha le potenzialità dello scalo di Civitavecchia. Di rilievo è il traffico delle auto che, in queste settimane, ha trovato nuovo impulso, in funzione dei progetti di sviluppo produttivo decisi dalla (FIAT-Chrysler) FCA. E’ di tutta evidenza che pur trattandosi di un traffico importante che offre delle opportunità occupazionali non è comparabile con lo stimolo che potrebbe derivare sulla economia territoriale da merci non destinate alla pura manipolazione, ma trasformate da industrie che, da questa attività, potrebbero essere sollecitate ad insediarsi. Roma e il suo bacino rappresentano sul piano nazionale per dimensione il secondo distretto industriale e un enorme mercato di consumo, ma le merci, per quello che è uno straordinario polo di attrazione, transitano da altri porti o via terra. La straordinaria contraddizione è che Il porto che già nel nome designa la sua caratteristica di scalo della capitale non è al servizio di Roma. Infrastrutture: lontani dagli obiettivi del Piano Triennale Sul versante delle infrastrutture si è lontani dal realizzare gli impegni previsti dal Piano delle Opere Triennale 2014-2016. Così, non si sono portare avanti le iniziative tese ad adeguare le infrastrutture di collegamento viario e ferroviario utili a collegare i nostri scali con l’Adriatico, con le Regioni limitrofe e con il Nord Europa. Non si sono portate avanti serie e credibili iniziative tese a realizzare un polo di manutenzioni e di meccanica navale, peraltro previsto dal piano regolatore generale del porto. La negativa esperienza della Privilege, nel porto di Civitavecchia, segnala quanta improvvisazione, superficialità e disinteresse vi sia stato verso un settore che avrebbe potuto offrire un importante servizio alle utenze marittime e rilevanti risposte occupazionali ad un comparto che, pur avendo notevoli risorse professionali, soffre di una profonda crisi. Conclusioni Accanto a considerazioni di merito, macro e micro-economiche, che pongono in rilievo i punti di debolezza della nostra portualità, il PD di Civitavecchia, evidenzia i seguenti punti di carattere politico che hanno una influenza decisiva sulle concrete realizzazioni che potrebbero tornare a beneficio del territorio e delle popolazioni che vi insistono. Il Partito Democratico di Civitavecchia: Ritiene che la responsabilità politica più pesante che grava sulla Autorità portuale nelle ultime gestioni di centro-destra risieda nell’aver considerato residuale il rapporto con le istituzioni elettive del territorio. Ricorda che la nomina dell’attuale presidente avvenne ad opera del centrodestra 4 (duo Matteoli-Polverini) e che in precedenza, nel 2005, era stato assunto come dirigente dall’allora presidente dell’Authority Gianni Moscherini, divenuto poi Sindaco della Città con AN e Forza Italia e oggi responsabile dei traffici e dei porti italiani per Forza Italia. Sottolinea come non si siano stabiliti i quei rapporti fecondi che avrebbero consentito di offrire all’Europa e al mercato, sulla base di opportune intesa e di auspicabili accordi di programma circostanziati, non una somma di banchine e spazi ma un vero Sistema Portuale, in quanto tale in grado di stabilirei proficui rapporti con le Istituzioni Pubbliche e le forze sociali. Individua nella separatezza elevata a concezione il vero “vulnus” che ha evidentemente favorito derive accentratrici, terreno su cui hanno potuto proliferare comportamenti elusivi o apertamente in violazione di norme e leggi. Pone con forza la necessità di dare finalmente vita ad un Sistema Portuale che possa guardare alla propria efficienza e alla modernizzazione, che non come farebbe un’isola separata dal contesto ma come parte di un insieme nel solco di una politica inclusiva dei luoghi decisionali e programmatori. Guarda con viva preoccupazione a quanto emerso e chiaramente illustrato nella prima relazione del MEF e stigmatizza come gravi e di assoluta rilevanza i fatti emersi che hanno portato l’Ispettore Generale Capo del Ministero del Tesoro ad elevare sei rilievi presso la Corte dei Conti e l’Autorità Anti corruzione (ritenendo di non accogliere le contro-deduzioni dell’Authority) per violazioni delle previsioni in materia di conferimento diretto di incarichi, definizione del corrispettivo e artificioso frazionamento; mancato rispetto dei criteri e delle condizioni previsti per l’affidamento di incarichi di assistenza al RUP; elusione dei limiti di spesa per consulenze; mancato rispetto delle norme sull’incompatibilità, conflitti di interesse (Anticorruzione); abuso dello strumento della chiamata diretta per le assunzioni e utilizzo di procedure e atti non conformi; mancata sottoposizione al Comitato portuale degli accordi del 10/8/2009 e dell’1/9/2010. Sostiene le iniziative dei parlamentari (deputati e senatori) fin qui intraprese e dei rappresentanti del Partito Democratico in seno alla Regione Lazio che hanno contribuito a far luce sulla attuale gestione. Sostiene a gran voce, quindi, una nuova scelta che sia ancorata ad un serio progetto programmatico di sviluppo economico ed occupazionale che ponga al centro dei suoi interessi la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, che riconduca i comportamenti gestionali dell’Ente nell’alveo del rispetto delle leggi e della legalità e che sappia tessere i necessari rapporti con le Istituzioni e le forze sociali del territorio. Il Partito Democratico ha dunque la responsabilità politica di guardare alla Autorità Portuale, Porti di Roma e del Lazio, come ad una grande opportunità per lo sviluppo, del territorio e dell’intera Regione, e ad un luogo che deve divenire esempio e modello per comportamenti trasparenti e rispettosi delle regole, presidio di legalità e argine a eventuali infiltrazioni malavitose. E’ in questo 5 contesto che dovranno maturare le scelte per individuare le proposte da avanzare al Governo per la Presidenza della Autorità Portuale, prossima alla sua scadenza. Al PD di Civitavecchia interessa eminentemente che il cambiamento, inaugurato dal Governo nel Paese, raggiunga anche l’Autorità portuale di Civitavecchia. In primo luogo si chiede dunque che il Partito Democratico di Civitavecchia, in tutte le sue sedi, sostenga la necessità di una scelta che corrisponda ad una politica incardinata nei valori del centro-sinistra (trasparenza, rispetto della legalità, pari opportunità nei confronti della platea dei giovani, dei disoccupati e dei sotto-occupati che la crisi che si va estendendo colpisce con crudele cinismo, a danno soprattutto delle fasce più deboli). Una Politica che sia ancorata ad un serio progetto programmatico di sviluppo economico ed occupazionale, che ponga al centro dei suoi interessi la tutela dell’ambiente e della salute pubblica, che riconduca i comportamenti gestionali dell’Ente nell’alveo del rispetto delle leggi e della legalità e che sappia tessere i necessari rapporti con le Istituzioni e le forze sociali del territorio. La Direzione del Partito Democratico di Civitavecchia, riunita in data 2 marzo 2015, decide di aprire una interlocuzione con i livelli regionali e nazionali del partito per un sereno ed aperto confronto di merito sulla portualità del Lazio. La Direzione del Partito Democratico di Civitavecchia esprime la propria ferma richiesta che si giunga ad indicare una personalità che ricopra il ruolo di Presidente dell’Autorità Portuale e che abbia nei valori e nella progettualità del Partito Democratico riferimento essenziale e insopprimibile; per questo ritiene non proponibile l’attuale Presidenza per una riconferma. Si ritiene utile, infine, dare mandato all’Organo di Segreteria di costituire una Commissione Straordinaria con il compito di approfondire le proposte avanzate nella relazione del Segretario, confrontandole con le forze politiche, sociali ed imprenditoriali sia sul territorio, (partendo dagli stessi circoli territoriali del PD), che regionali e nazionali, con l’intento di arrivare ad una grande Conferenza Programmatica promossa dal partito entro l’anno. Si ritiene anche di promuovere quanto prima un incontro con le strutture di Fiumicino e Gaeta, con i nostri rappresentanti presso la Regione Lazio e con i rappresentanti di Governo che sono deputati a seguire le questioni della portualità. A questo fine dà mandato alla Segreteria, nei limiti indicati, di assumere quelle iniziative che si riterranno utili”.

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