Conoscere chi siamo è un’impresa titanica, richiede le fatiche di Ercole, l’intelligenza e il coraggio di Ulisse e la Saggezza di Dante. E’ un lavoro che richiede tutta la vita e non credo proprio si concluda mai. L’uomo è, per certi versi, imperscrutabile. Inoltre, non conosciamo le nostre origini, nulla è certo! Esistono sì modelli  cosmogonici, ovvero teorie sulla nascita del cosmo, sulle origini di tutte le cose, ma sono teorie e riguardano la fede. In realtà nulla sappiamo su di noi e sull’universo. Eppure ci siamo e ci interroghiamo, creiamo teorie, sistemi interpretativi, codici di decodifica di quella che chiamiamo realtà ma che non conosciamo e di cui non sappiamo proprio nulla. Esistiamo, ci relazioniamo, ci innamoriamo e ci leghiamo a persone, luoghi e oggetti, sviluppiamo capacità e competenze che ci permettono di sopravvivere e di vivere, ma non sappiamo nulla, non conosciamo la verità su di noi e tanto meno sulla realtà e sul senso delle cose. Quello che facciamo lo facciamo perché aderiamo, più o meno consapevolmente, ad un modello sociale, culturale e economico che, essendo condiviso, percepiamo essere reale. Esistono anche le leggi scritte e non, le tradizioni, ma non sono reali. Le leggi sono concetti, ciò che esiste sono le conseguenze delle leggi che tutti temiamo. Idee, concetti, rappresentazioni, modelli culturali, sistemi cognitivi, schemi, ecc. sono la causa della formazione di ciò che chiamiamo realtà. Se qualcosa viene condiviso o impiantato nelle nostre teste con la suggestione o anche con la violenza, allora diventa reale, o meglio, viene percepito e riconosciuto come reale anche se reale non è. E così dittature, religioni, sistemi economici, modelli familiari, la storia che si studia a scuola, ecc. tutto è una costruzione, un impianto nelle nostre menti sin da piccoli per farci credere che la realtà sia quella che viviamo quotidianamente e che noi siamo padri e madri, figli, impiegati, commercianti, avvocati, militari, uomini e donne, bravi cittadini o delinquenti, elettori o eletti. Ma tutto questo è un sistema, un modello un’ideologia, un modo di organizzare la collettività e di normare la quotidianità degli individui al fine di controllarli e gestirli. Poiché sin da piccoli veniamo formati in famiglia e nelle scuole a costruire una identità sociale e civica attraverso premi e punizioni, successi e insuccessi e ricatti affettivi, arriviamo ad un certo punto a credere veramente di essere quello che siamo diventati in questo sistema e ci scordiamo di interrogarci su chi siamo. La ricerca della nostra natura e verità viene cancellata e sostituita dalla rincorsa alla competenza, alla formazione, alla capacità, alla performance. E così abbiamo i dottori, gli avvocati, i preti, i politici, gli insegnanti, i commercianti, abbiamo le mamme, i nonni e quella massa di popolazione che qui da noi va dai 16 ai 30 anni circa che oscilla tra le tante personalità che il mercato delle ideologie e della moda offre attraverso i media e i social. Abbiamo così i Nerd, gli Hipster, gli Emo per arrivare all’identità Transgender. Anni di ricerca, formazione e addestramento per assumere un’ideologia creata da altri che ci definisca e ci renda percepibili e riconoscibili dagli altri. L’identità ci dà sicurezza di esistere e di poter avere una qualche influenza e un qualche posto in questo mondo così caotico e confuso da far sorgere in noi la paura di risultare anonimi o trasparenti. Il lavoro, poi, sta diventando sempre più complesso, in tutti i campi. Oggi si deve sapere di informatica, di economia, di legge, di psicologia e sapere almeno 2 lingue. Lavoriamo dalle 8 alle 12 ore al giorno. Non abbiamo più tempo per noi, per interrogarci, per riflettere, per capire e conoscere. Crediamo di sapere tante cose ma in realtà non conosciamo nulla, perché tutto questo sistema è un’illusione, uno dei tanti sistemi che hanno attraversato la storia dell’umanità e l’hanno soggiogata e controllata. Le domande essenziali e esistenziali rimangono senza risposta. Chi siamo? Da dove veniamo e dove stiamo andando? Che senso ha la vita? Che devo fare di me stesso? Tutto è insoluto, misterioso e sempre più dimenticato, mentre i riflettori sono accesi sulle nuove frontiere della realtà virtuale e dell’intelligenza artificiale.

www.alessandrospampinato.com

 

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