I SERIAL KILLER. SAMUEL LITTLE (2^ parte)

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Negli anni ‘60, Samuel torna a vivere dalla mamma in Florida, iniziando a svolgere alcuni lavori, sia presso il cimitero che con le autoambulanze, per poi iniziare a viaggiare ed a commettere crimini  che gli fruttano ben presto, i primi arresti in ben otto stati.

In particolare, nel 1961, viene condannato a tre anni di carcere per irruzione in un negozio di mobili  di Lorain. Mentre dal 1975, colleziona la bellezza di ventisei arresti, per reati vari commessi in undici stati.

Nel 1982, viene arrestato a Pascagoula, nel Missisipi, in quanto accusato dell’omicidio della ventiduenne Melinda Rose Làpree, ed assolto per insufficienza di prove, per poi essere nuovamente sottoposto a processo in Florida, con una nuova accusa di omicidio, questa volta, quello della ventiseienne Patricia Ann Mount, ma, anche in questo caso, causa la scarsità degli indizi e delle testimonianze a disposizione dell’accusa, la giustizia volge ancora una volta a suo favore, venendo nuovamente assolto.

Nell’ottobre del 1984, in California, un nuovo arresto a suo carico. E’ accusato di aver rapito e tentato di strangolare, Laurie Barross, una ragazza di ventidue anni, riuscita fortunatamente a scappare alle sue grinfie e condannato a due anni e mezzo di reclusione, per avere percosso ed ancora una volta, tentato di strangolare un’altra giovanissima donna.

Uscito di carcere, non demorde e continua la sua attività criminale a Los Angeles, dove poi sembra sia emerso, abbia commesso più di dieci omicidi.

Mentre il 5 settembre del 2012, viene arrestato in un rifugio per disadattati a Louisville, nel Kentuky, per essere poi estradato in California, in quanto coinvolto anche in attività attinenti lo spaccio di sostanze stupefacenti.

Ma, la svolta su quello che sino a questo momento poteva apparire come uno dei tanti “comuni” delinquenti  incalliti, che scorrazzavano in lungo ed in largo gli States, avviene proprio ora, quando viene sottoposto al test del DNA, in quanto sospettato delle uccisioni di tre donne: Carol Ilene Elford, uccisa nel luglio del 1987, Guadalupe Duarte Apodaca, uccisa il tre settembre del 1987 e Audrey Nelson Everett, ammazzata il 14 agosto del 1989.

Il processo ha inizio nel settembre del 2014 e le prove scientifiche, lo inchiodano inequivocabilmente, questa volta gli va male, viene dichiarato colpevole dell’omicidio delle tre donne, ed all’età di 76 anni, detenuto a vita, essendosi guadagnato questa volta, ben tre ergastoli, senza possibilità di remissione in libertà e rinchiuso in un carcere statale della California, nella contea di Los Angeles, vicino a Beverly Hills.

La storia sembrerebbe terminare qui, invece è probabilmente solo al suo l’inizio.

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