Nel mio peregrinare nel tempo ed in varie aree geografiche del mondo alla ricerca dei serial killer e dopo aver trattato nell’ultimo mio intervento il parigino, Henri Désiré Landru, ho raggiunto di nuovo la Francia e, più esattamente quella nel periodo compreso tra il 1897 ed il 1946, date in cui nacque e poi morì giustiziato per mezzo della ghigliottina, Marcel André Henri Félix Petiot, divenuto noto alle cronache, anche con il soprannome di dottor Satana, per essersi reso responsabile di almeno 27 omicidi e sospettato di averne commessi ben altri 63.
Ma, chi era Marcel Petiot? Come riscontrato in altri serial killer, Marcel era un ragazzo dotato di una discreta intelligenza, tanto che all’età di 5 anni, si dice che già sapesse leggere come un ragazzo di 10 ed all’epoca, non era certo cosa comune a molti, l’analfabetismo, la faceva da padrone. Di contro, usava isolarsi e catturare piccoli animali, che divenivano preda delle sue sadiche quanto mai perverse e macabre torture, che terminavano inevitabilmente con la loro uccisione.
A tal proposito, Ovidio scriveva: “saevitia in bruta est tirocinium crudelitas in hominis”, cioè: “la crudeltà verso gli animali insegna la crudeltà verso gli uomini”,
Mentre Tommaso d’Acquino, diceva: “non si deve mai usare violenza verso gli animali poiché è altamente probabile che si diventi crudeli anche nei confronti degli esseri umani”.
La dicotomia nei pensieri dei due autori, nonostante separati da circa 1300 anni di storia, differisce di nulla e calza a pennello alla persona di Marcel Petiot, vissuto peraltro circa 700 anni dopo d’Acquino, come pure a molti altri criminali seriali, che prima di arrivare ad uccidere loro simili, nel corso dell’infanzia, avevano sottoposto a violenze, sevizie e torture di ogni genere, poveri animali, dimostrando assoluta mancanza di empatia, anzi al contrario, trovando piacere nelle loro azioni, per culminare poi la loro psicopatia, con l’uccisione delle povere bestiole.
Aspetti psicopatologici questi, che con buona certezza, possono trovare origine nella famiglia ove è insita l’educazione primaria, il luogo principale in cui il bambino muove i primi passi, formandosi e crescendo, apprendendo i comportamenti, sviluppando le sue emozioni, le sue idee, e i suoi sentimenti, nonchè i tratti che caratterizzeranno poi, nel medio, lungo termine, il suo carattere e la sua personalità.

Dott. Remo Fontana
Criminologo
Vice Comandante Polizia Locale

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