(continua dall’edizione precedente)

Gaio Giulio, propendendo per la repubblica dava nuove speranze al popolo; ora era il tempo delle amnistie, della diminuzione di imposte e contributi per tutti, delle feste, dei giochi, dei banchetti, del teatro, delle corse con cavalli e bighe, degli spettacoli circensi e di quelli nelle arene con gladiatori e feroci belve, in un clima di rinnovata libertà, donando in un paio di occasioni, addirittura alcune centinaia di sesterzi cadauno al popolo assiepato. Questi, furono i primi segnali positivi del suo governo, che però furono ben presto la causa della dilapidazione dell’intero patrimonio accumulato dall’Imperatore Tiberio, che tuttavia videro il sacrificio agli Dei, di oltre 150.000 vittime.

Altre gesta plateali furono compiute da Caligola, come quella di arricchire ed onorare il famoso cavallo Incitato, donando ad esso addirittura uno schiera di schiavi, una mangiatoia d’oro e facendogli costruire una stalla di marmo in una sontuosa villa o l’altra, quella di far congiungere, mediante un ponte realizzato con barche da carico, il molo di Pozzuoli con Baia, per dopo attraversarlo a cavallo, unitamente ai gradi più alti delle sue milizie, percorrendo in questo modo, in uno scenario surreale, alcuni chilometri sul mare.

Ma, Caligola, che indubbiamente soffriva anche di un evidente disturbo bipolare, aveva il suo rovescio della medaglia, quello più oscuro, sadico e perverso, quello che lo riporta alla descrizione del suo viso come cupo e fosco e che dopo lo sperpero di tutti i beni dell’Impero, dopo meno di un anno di un apparente periodo di felicità e benessere per tutto il popolo, porta alla luce per tre lunghissimi anni, quella del Caligola mostro.

Lo storico Filone, con frasi che fanno tremare e riflettere al solo leggerle, ebbe a scrivere di lui: “…non passò molto tempo e l’uomo che era stato considerato benefattore e salvatore…si trasformò in essere selvaggio o piuttosto mise a nudo il carattere bestiale che aveva nascosto sotto una finta maschera”.

Ben presto, probabilmente a anche causa delle eccedenze e degli abusi praticati nel primo periodo del suo Impero, Caligola sembra fu colto da un inatteso e quanto mai insolito malanno, dal quale ne uscì molto faticosamente e non privo di danni: fisico e mente, erano rimasti sconvolti.

Alcuni storici moderni, collegano il suo strano comportamento, analogamente a quanto sarebbe accaduto anche ad altri imperatori, come pure la “strana” malattia, ad una possibile intossicazione da piombo, detta saturnismo, che sarebbe derivata dall’abitudine di assumere quotidianamente ed in abbondanza, vino addolcito, che veniva conservato in otri di piombo.

Un comportamento inoltre, che secondo quanto riportato dagli stessi storici che tuttavia non gli erano così favorevoli, oggi definiremmo sociopatico e privo di empatia, poiché assolutamente insensibile al rispetto degli altri, delle regole e dei sentimenti altrui, non mostrando alcun rimorso delle sue perfide e crudeli azioni.

In particolare, è proprio dopo il termine della malattia e dopo essersi apparentemente rimesso, che i suoi modi ed il suo agire, cambiano completamente e repentinamente; si mise  contro tutto e  tutti, compreso il senato, i patrizi e l’intera plebe; anche probabilmente con lo scopo di rimpinguare le casse dell’Impero, stabilì il pagamento di nuovi balzelli, ai quali erano sottoposti ogni genere di attività e ceto sociale.

(continua nella prossima edizione)

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