I serial killer. Donato Bilancia, detto il mostro dei treni ed il serial killer delle prostitute (3^ parte)

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Dopo gli anni della scuola, la condotta del giovanissimo Donato, non cambia, anzi peggiora sempre più, è sempre più bisognoso di soldi, nonostante le numerose punizioni corporali che il padre continua ad infliggergli, la sua strada, sembra già segnata: ha oramai intrapreso una vera e propria carriera di ladro, iniziando a sottrarre denaro, anche in casa.

Alcune fonti riportano, che avrebbe iniziato la sua carriera con un banale furto di panettoni e come vedremo di seguito, sino all’età di 46 anni, con furti via, via, sempre più impegnativi, ma, è in concomitanza dell’emergere di traumi importanti, che avverrà il suo mutamento più profondo, quello che può aver dato il “la”, o comunque contribuito a trasformarlo da un banale topo d’appartamento, in uno spietato uccisore seriale ed in un uomo che nel suo intimo, odia le donne, forse anche per le umiliazioni subite da bambino e da quel malessere latente causato del nanismo del suo pene, che lo fa sentire frustrato innanzi ad esse ed in una sorta d’impotenza.

Ha 14 anni, è ancora poco più che solo un balordo, quando ripudia il suo vero nome e decide di farsi chiamare “Walter”, iniziando al contempo, a frequentare prostitute che pagava con il ricavato dei suoi furtarelli, provando anche a dedicarsi a vari mestieri che tuttavia non lo coinvolgono più di tanto e che cambierà con frequenza, tra i quali il meccanico, il ragazzo delle consegne ed il barista.

Ma, la sete di denaro, di tanti soldi, è la benzina sul fuoco che alimenta il progredire della sua carriera di ladro, dedicando ora la sua attenzione ad i furti di particolari modelli di auto, in quanto interessato alle loro autoradio e per questo, a soli 16 anni, viene arrestato ed in quanto minorenne, interdetto in un istituto rieducativo, ove, conosce altri suoi simili criminali, con i quali viene alimentata la sua propensione a delinquere.

Solo per aprire una brevissima parentisi….e pensare che anni fa il comico e politico, Beppe Grillo, che a suo dire da ragazzo sarebbe stato vicino di casa del Bilancia, ebbe a dire: “Ero ragazzino, abitavamo a Genova, ed il nostro vicino di casa era il killer Donato Bilancia, aveva 3 anni più di me. Quando la sera stavo fuori mia mamma mi diceva, “torna con Donato così sto più tranquilla”.

Torniamo ai fatti. Seguono altri furti, tra cui uno anche in chiesa, che gli costano una serie di arresti, tra i quali quello del 1974 in quanto colto in flagranza di reato per furto e quello del 1976, per rapina, e poi ancora, condanne e rilasci vari, i cui periodi di detenzione, non fanno altro che aumentare ulteriori, deleterie conoscenze, con soggetti dediti come lui al crimine.

“Esporta” la sua attività criminale anche nella vicinissima Francia, ma la sua inettitudine, gli costa ancora una nuova detenzione di oltre due anni. Tuttavia, la svolta nella commissione dei reati predatori, avviene nel 1984, quando occasionalmente incontra quello che in gergo, viene definito un vero “professionista” del furto, il quale ben presto diviene un amico e per lui una sorta di maestro, per non dire addirittura un guru, che gli insegna ogni segreto del “mestiere”.

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