GTI – Guide Turistiche Italiane e AGILO – Associazione Nazionale Accompagnatori Guide e Interpreti Turistici  non sono presenti alla manifestazione indetta da alcune sigle di categoria delle guide turistiche oggi in piazza Montecitorio a Roma. “Noi non siamo andati in piazza stamattina, questo genere di proteste è inopportuno e non ne condividiamo i metodi” –  affermano Simone Fiderigo Franci e Paola Di Giovanni presidenti di GTI e AGILO, associazioni nazionali di guide turistiche che hanno vinto il ricorso al TAR del Lazio contro il MIBACT.
Prendere le distanze da chi manifesta in piazza significa ribadire che non tutte le guide – come si vuole invece far credere alle istituzioni, alla politica ed alla pubblica opinione – sono contrarie alla guida nazionale. La protesta inscenata davanti al Parlamento mostra una compagine variegata e composita di professionisti impegnata a difendere in via esclusiva la guida locale; mentre il mondo evolve e progredisce si continua a immaginare, con pensieri nostalgici, l’applicazione di modelli antiquati: il ritorno alla guida locale sembra essere l’unica via esclusiva per l’esposizione corretta dei luoghi come se “locale” fosse intrinsecamente collegato a “conoscenza e qualità”. Tutto ruota attorno alla questione della figura della guida turistica e alla condizione dei professionisti in un mercato dinamico e sempre più allargato; ruota intorno ad un mestiere che negli anni si è evoluto ed arricchito – ampliandosi ed aprendosi a nuove istanze – di tante nuove giovani leve, moltissime delle quali laureate e specializzate in storia dell’arte e archeologia nelle più prestigiose università italiane.

Al Mibact quelle guide che sono in piazza, resistenti ai cambiamenti, hanno chiesto ed ottenuto una “barriera protettiva” di migliaia di siti – poi ricalcolati in “soli” 3176 – tutti siti cosiddetti speciali che solo le guide locali avrebbero potuto spiegare nei propri territori di abilitazione.
Queste posizione più chiuse e conservatrici, purtroppo, sono state assecondate dall’intervento normativo del governo tramite il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo Dario Franceschini che, apponendo la sua firma in calce al DM n 565 dell’11/12/2015 e a quello collegato che istituiva la lunga lista dei siti speciali, licenziava due provvedimenti anacronistici e anticostituzionali.

GTI e AGILO si sono fatte promotrici di un ricorso volto a chiedere l’annullamento del DM n 565 ed hanno raccolto l’adesione di 140 guide turistiche di ogni parte d’Italia, associati e non, tutti concordi nell’unire le forze per giungere allo smantellamento di un DM tanto contorto quanto inutile che aveva lo scopo di difendere la guida turistica italiana locale. Tale normativa metteva in atto un procedimento di identificazione di una nuova figura di guida specializzata di sito protetto con l’intenzione di tenere lontane le presunte invasioni di guide straniere (meglio dire comunitarie) in deroga ai principi della libera prestazione dei servizi in area UE. Tutto ciò con l’effetto palese di  tenere a bada, sic et simpliciter, gli stessi colleghi italiani considerati nemici dalle stesse guide e che, in virtù della validità nazionale del patentino di guida turistica introdotto con la nuova disciplina dell’art 3 legge 97/2013 (per evitare il rischio di infrazione all’Italia), potevano esercitare in via teorica in qualsiasi parte del territorio nazionale.

Le sentenze clamorose di annullamento dei DM, però, sono diventate due (pubblicate il 24/2) perché al primo ricorso si andava affiancando l’azione di un’altra sigla rappresentativa delle guide; medesimo risultato: fondatezza del ricorso e totale annullamento dei decreti ministeriali.
Le parole-chiave della sentenza sono significative: anticostituzionalità, discriminazione, contraddittorietà, illogicità, irragionevolezza, disparità. Un messaggio chiaro agli estensori del provvedimento. Un messaggio altrettanto chiaro alle guide che agognavano il ritorno al passato ostili e contrarie alla guida nazionale: per loro l’Italia doveva (e deve) mantenere le differenze interne fra guide regionali e provinciali, differenze che coincidono in maniera ridicola con aree di carattere amministrativo sulla base delle decisioni prese da ciascuna regione. Vale la pena ricordare, infatti, che all’interno della stessa nazione noi manteniamo in vita un sistema chiuso e arcaico di guide regionali (es. Campania, Sicilia, Emilia Romagna, ecc.) o guide provinciali (es. Lazio, Toscana, Veneto, Lombardia, ecc.).

Mentre nella maggior parte degli stati europei la guida è nazionale, nonostante l’Italia abbia corso il rischio di infrazione da parte dell’Europa e si sia dotata di una legge che riconosce la validità nazionale del patentino di guida (97/2013 art 3), anche se ci sono stati numerosi richiami dell’Autorità Garante del Mercato e della Concorrenza ad eliminare l’esclusiva territoriale e a garantire l’applicazione della “Direttiva Servizi” con la libera prestazione in area UE; nonostante, infine, le recentissime “Raccomandazioni della Commissione UE” a rivedere le restrizioni in materia di guide turistiche, il nostro paese, sia a livello istituzionale sia a livello di alcune associazioni di categoria, si è mostrato restio al cambiamento. La resistenza e l’inerzia di istituzioni e di una parte della categoria cozzano palesemente contro una pressante esigenza di evoluzione e flessibilità; sono molti i professionisti ad averlo capito anche nel settore del turismo e delle guide turistiche per una maggiore competitività e concorrenza leale e non discriminatoria.
Continuare a imporre la divisione fra guide provinciali e regionali all’interno di uno stesso paese non ha senso. “La guida deve essere una figura di carattere nazionale con uguali requisiti di accesso e pari condizioni di esercizio” – invocano GTI ed AGILO – “così come accade in Francia, ad esempio”.
“Se c’è chi predice un abbassamento della qualità per opporsi ai cambiamenti e contrastare la necessaria evoluzione della nostra figura da locale a nazionale, rispondiamo che oltre allo studio ed all’aggiornamento necessario per raggiungere standard qualitativi elevati è indispensabile ed urgentissima la riforma generale della professione che il Mibact da anni promette ma, non ne comprendiamo il motivo, non sta affrontando nella maniera giusta.
Per concludere, infine, occorre evidenziare come le recenti sentenze del Tar che hanno annullato il DM n 565 daranno al mondo delle guide turistiche delle possibilità nuove, che vanno interpretate e colte, fermo restando – a dispetto di chi predica il contrario e mente sapendo di mentire, che le disposizioni vigenti non ledono gli interessi di nessuno, non restringono il campo ma lo ampliano, non mortificano la concorrenza ma offrono opportunità di crescita ulteriori.
“Il Mibact farà appello, ce lo aspettiamo; noi siamo pronti a batterci con i nostri avvocati. Si tratta di una battaglia di civiltà e di giustizia per l’applicazione corretta della legge, nell’interesse generale e non di una parte. E’ ora di rimuovere gli ostacoli che tengono a freno migliaia di professionisti desiderosi di affrontare il mercato e le prossime sfide professionali in maniera dinamica. Guide nuove e aspiranti guide desiderano un paese moderno che sappia competere in maniera vincente con gli altri paesi della UE e che metta i professionisti nelle migliori condizioni possibili per esercitare liberamente la prestazione professionale” – chiosano i presidenti di GTI e AGILO.

 

 

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